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Shopping therapy: funziona davvero?

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Vi è mai capitato, quando vi sentite tristi, annoiati o sotto pressione, di sentire una irrefrenabile voglia di fare shopping? Ebbene, sappiate che non siete gli unici: questo fenomeno è chiamato shopping therapy, ed è una delle tematiche più controverse dell’odierna società dei consumi.

Nella complessità del consumismo moderno, infatti, il fare acquisti diventa una ‘’necessità’’ che va oltre il bisogno di beni indispensabili e che si propone come mezzo per affrontare lo stress e le tensioni della vita quotidiana, un’attività in grado di migliorare l’umore, ridurre l’ansia e dare un senso di sollievo.

La shopping therapy, se analizzata sotto una prospettiva prettamente sociologica, non è che lo specchio delle dinamiche sociali e dei modelli di acquisto attuali. La cultura del consumismo ci dimostra infatti che una transazione commerciale non è quasi mai fine a se stessa, ma coinvolge il più delle volte il nostro lato più emotivo e vulnerabile. Il benessere personale si concretizza nel possesso di beni materiali.

I benefici di questa pratica, però, superano davvero gli svantaggi? Proviamo ad analizzare il fenomeno sotto questi due aspetti, in maniera tale da avere una visione chiara delle implicazioni sociali e psicologiche. 

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Di StockSnap, via Pixabay

PRO E CONTRO DELLA SHOPPING THERAPY

Sicuramente, tra i vantaggi più evidenti, ritroviamo un temporaneo senso di felicità e soddisfazione conseguente all’acquisto. Esatto, ho detto temporaneo, e su questa parola torneremo più avanti. Secondariamente, scegliere cosa acquistare ci fa sentire in controllo degli eventi e mette un freno all’incertezza, facendoci sentire più sicuri di noi stessi. Fare shopping in momenti di particolare stress o tristezza, inoltre, può incrementare la nostra creatività ed incentivare l’espressione personale attraverso l’utilizzo di capi d’abbigliamento o accessori diversi dal nostro stile usuale.
Fare shopping, infine, rappresenta un’occasione sociale, un modo per interfacciarsi con altre persone e per sentire un senso di appartenenza. Il fare acquisti, infatti, è un’attività che unisce le persone e che dà un senso di piacere che accomuna indistintamente anche diversi gruppi sociali. 

IMPLICAZIONI NEGATIVE DELLO SHOPPING

Quali sono, invece, le implicazioni negative?
Dicevo, appunto, che l’atto della compera per migliorare l’umore è di natura temporanea. Finito l’acquisto, finisce la felicità. Problemi, pensieri, stress sono ancora lì poiché il mezzo attraverso il quale abbiamo tentato di risolverli non era quello giusto. Questo comportamento, se reiterato, può condurre a problemi economici e dipendenza, in quanto si potrebbe giustificare il fare acquisti continui con la necessità di stare meglio, aiutare sE stessi. Un po’ il preambolo di quello che oggi definiamo shopping compulsivo. Non dimentichiamoci, inoltre, dell’impatto che i consumi continui possono avere su ambiente e sostenibilità. Abbiamo davvero bisogno di quel capo visto in vetrina?

COME SMETTERE?

Lo shopping è in grado di regalarci emozioni, ma è anche qualcosa che dobbiamo essere in grado di controllare e di adattare alle nostre reali necessità. Come dare quindi un freno a questo meccanismo? Sicuramente, l’autoanalisi è necessaria in momenti di particolare tristezza o stress, in maniera tale da individuare la vera fonte del problema e di considerare possibili soluzioni o strategie anche con l’aiuto di uno specialista. Identificare ed affrontare cosa ci rende tristi è sicuramente il primo passo per stare meglio e spesso il supporto psicologico è la migliore delle strategie. Potremmo, inoltre, stabilire un budget ogni qualvolta decidiamo di andare a fare shopping, o ancora trovare attività alternative che possano migliorare il nostro umore, come ad esempio fare sport, fare una passeggiata all’aria aperta o dedicarci ad una particolare passione.

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Da Janeb13, via Pixabay

In conclusione, la shopping therapy non è che la risposta alle pressioni della vita moderna. La consapevolezza e la comprensione del fenomeno posso aiutarci da un lato ad appurare il fatto che sì, lo shopping può in un certo senso farci stare meglio, ma non è la soluzione definitiva qualora ciò di cui soffriamo ha radici molto più complesse e profonde. Capire il perché dei nostri comportamenti può davvero migliorare le nostre vite e condurci verso stabilità ed equilibrio.

E tu, cosa pensi della shopping therapy? Hai mai comprato qualcosa in un momento in cui ti sentivi particolarmente triste? Raccontaci la tua esperienza!

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