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Cosa non è la psicologia della moda. Le negazioni affermative.

Cosa non è la psicologia della moda? Per comprendere e conoscere meglio qualcosa si può partire dalla definizione di cosa esso non è per giungere poi ad identificare cosa effettivamente è.

psicologia della moda
Credits: Pixabay

Un docente che ammiravo moltissimo una volta ci ha detto:

spesso per capire chi siamo può essere utile definire chi NON siamo. Da una negazione può così nascere una affermazione.

Mi viene chiesto spesso in cosa consista esattamente la Psicologia della Moda, tante sono le battute sprezzanti (??‍♀️) e, forse per le distorsioni cognitive che intervengono, i concetti continuano a risultare poco chiari.

Mi sono tornate in mente le parole di questo professore e allora ho pensato di aiutare nella comprensione della psicologia della moda partendo dalla definizione di cosa la psicologia della moda NON È e cosa gli psicologi della moda NON FANNO.
  1. Gli psicologi della moda (e questo vale per gli psicologi in generale) NON leggono la mente semplicemente osservando dall’esterno le persone. Una delle false credenze più diffuse è che solo guardando il modo in cui una persona agisce e/o si veste gli psicologi possano capire tutto di lei. Sbagliato e fuorviante, nonché frutto di stereotipi (purtroppo) molto diffusi.
  1. NON si creano giudizi basandosi SU COSA INDOSSA una persona e su COME lo indossa. Uno degli scopi della terapia della moda è quello di creare esperienze moda più ricche per ogni persona, migliorare la relazione con la moda (non una moda che frustri, demoralizzi ma una moda sana, libera, strumento di espressione). Una relazione migliore e più cosciente con il proprio abbigliamento significa una riflessione più approfondita su se stessi e un rapporto più sano con la propria immagine e il proprio sé. 
  1. NON ti incitano a modificare il tuo corpo in modo da poter aderire agli standard sociali ma ti aiutano ad amarlo, ad accettarlo anche nelle minime imperfezioni (che tu vedi come difetti abnormi). Accettare ed amare il proprio corpo è il presupposto per prendersene cura e per apportare le migliorie che hai sempre desiderato. Pensa a come ti comporti nei confronti delle persone che ami: ti prendi cura di loro, agisci in modo da aumentare il loro benessere, fai loro regali, il tuo obiettivo è vederle star bene e sorridenti. Lo stesso succede nei confronti del tuo corpo: quando lo accetti e lo ami metti in atto azioni miranti a renderlo più bello, te ne prendi cura, ti impegni perché il suo benessere aumenti. È questo il motore che  spinge, ad esempio, ad impegnarti in un corretto piano alimentare, a frequentare la palestra, ad investire in prodotti che aumentino vitalità e bellezza. Odiandolo ti arrendi, non fai niente perché possa star meglio, non ti sforzi di migliorarlo, lo trascuri, lo maltratti. L’equazione è molto semplice.
  1. NON ti impongono trend o stili di abbigliamento. Propongono e mostrano alternative: sarai TU poi a decidere in quale ti rispecchi di più e quale può essere utile all’espressione del tuo Io.
  1. NON ti costringono ad intraprendere anche un percorso terapeutico. È possibile fare un percorso con la terapia della moda per imparare a conoscerti meglio, acquisire gli strumenti che ti permettono di avere una migliore relazione con te e con gli altri, avere consapevolezza di cosa vuoi comunicare e di cosa effettivamente comunichi con i tuoi abiti. Il percorso psicologico canonico può essere parallelo ma non obbligatorio.
  1. NON ti mostrano come manipolare le persone e le relazioni, ma come vestire per OBIETTIVI, cioè ti aiutano a scegliere look che siano funzionali agli obiettivi che vuoi raggiungere. Sempre nel rispetto della tua identità e degli altri.
  1. NON ti dicono cosa DEVI EVITARE di indossare, NON ti impediscono di indossare quello che ti piace perché secondo loro “non bello” ma fanno in modo che tu possa integrarlo nel tuo stile in maniera più equilibrata e in sinergia con la tua immagine.
  1. La Psicologia della Moda NON mira a rimuovere o simulare le emozioni mediante gli abiti, MA stimola a porsi in ascolto con esse, ad esperirle ed esprimerle adeguatamente, armonizzando quello che senti con quello che indossi. Ed anche, quando e se necessario, come contrastarle attraverso l’abbigliamento.
  1. NON postula che immagine ed apparenza siano più importanti dell’interiorità. Bensì, aiuta le persone a recuperare valore ed amor proprio, essere se stesse dando voce ai diversi aspetti della propria identità. Agire aspetti nuovi del Sé mediante l’abbigliamento è molto meno rischioso e più funzionale che non ricorrere a comportamenti potenzialmente lesivi e che producono rinforzi negativi. Senti il bisogno di novità e cambiamenti? Puoi farlo introducendo varianti nel tuo look, sperimentando nuovi stili e nuovi colori. A livello neurologico è altrettanto appagante, di sicuro più divertente?
  1. NON prescrive come DEVI vestirti, quali colori DEVI usare. Lo scopo della psicologia della moda è aiutare la persona a realizzare un progetto di cambiamento personale offrendo gli strumenti necessari ad esprimersi al meglio rispettando la propria identità, i propri gusti, esigenze e valori. È utile a chiarire chi sei, chi vuoi essere, cosa vuoi ottenere, come poter realizzare i tuoi obiettivi, ad accettarti ed amarti.
  1. NON vuole farti pensare che tu sia sbagliato, che il tuo stile sia un coacervo di errori. Vuole renderti più cosciente di come abiti ed accessori ti condizionano a livello fisico, emotivo e psicologico, degli effetti che essi hanno su di te e sulla percezione che di te suscitano negli altri. Assiste nella ricerca ed acquisizione del tuo stile, chiarimento di cosa ami e cosa no, il che implica un aumento dell’autostima, della serenità, della consapevolezza di te.
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