Pretty Psycho Things

Blog

Cosa fare in quarantena

Quando è arrivato il Coronavirus in Italia? 

Qualcuno è a conoscenza di dettagli che però non rivela?

È realmente pericoloso come ci dicono?

È un complotto? Stiamo esagerando? O lo stiamo prendendo fin troppo alla leggera?

NON SI SA. E sicuramente non si saprà mai. 

Allo stato attuale delle cose l’unico dato certo è che tutti noi dobbiamo coadiuvarci per tentare di contenere il virus e bloccarne la diffusione. 

Il modo più veloce per farlo, e che ormai ci ripetono da giorni, è anche quello più semplice. Bloccare qualsiasi contatto tra persone, restare chiusi in casa, al fine di tutelare noi stessi e gli altri.

In quanto cittadini di questa bellissima Italia abbiamo il dovere civile di rispettare i dettami del Presidente Conte e fare ciò che è in nostro potere per combattere ed uscire da questa situazione il prima possibile.

Da quando siamo in quarantena se ne sono sentite tante, dette tante, abbiamo ascoltato delle interviste oltremodo incredibili e che, a tratti, ci hanno fatto perdere fiducia nel genere e nell’intelletto umano. C’è chi ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno fatto tremare il nostro bel paese per il grado di incoscienza ed ignoranza. 

Mi ha colpito il fatto che molte persone si siano dichiarate incapaci di star dentro casa, di star sole, con sé stesse. 

Mi ha abbastanza sconvolta il fatto che la gente non sappia cosa fare del proprio tempo libero e di cosa fare in casa. Hobby, servizi procrastinati da anni, godere della compagnia dei propri cari? 

Tutto dimenticato, sottostimato per correre dietro a…? Cosa esattamente? 

Talmente travolti dagli impegni esterni e dal cercare di emergere nei social da non riuscire ad approfittare del tempo per noi stessi a nostra disposizione ora ? 

Voglio raccontarti alcune cose che mi sono successe, e che sono causa di questa mia incomprensione.

Dove sono cresciuta non c’era mai molto da fare, luoghi dove passare il tempo; noi ragazzi eravamo divisi in due macro categorie: quelli che studiavano e quelli che bighellonavano per strada senza far niente. 

Io appartenevo alla prima, per cui ho trascorso la maggior parte della mia adolescenza a casa, a studiare. Non avevo molto tempo libero all’epoca. Tornavo da scuola alle 14, dopo pranzo dormivo MINIMO fino alle 17 e poi mi mettevo sui libri.

Quando volevo fare pausa stavo un pò con mia nonna, mia mamma, guardavo Scrubs o stavo con mio fratello, le rare volte in cui tornava a casa dall’università. Con papà mi vedevo a tarda sera, quando lui finiva di lavorare ed io ero ancora a studiare. 

Dopodiché ho iniziato l’università.

Dopo neanche un anno ho avuto un incidente mortale. 

Era il 16 agosto. Estate piena, bellissima, meravigliosa. 

Quando ho ripreso conoscenza ero immobilizzata nel letto di un ospedale. 

I medici mi dissero che sarei dovuta rimanere ferma, immobile per un tempo non precisato: o meglio dovevo dare il tempo a L6, bacino, altre vertebre lesionate e coccige di ricalcificarsi. 

Mi ero rotta. Tutta. 

Il minimo movimento mi avrebbe resa paraplegica. Dovevo solo stare ferma, a letto, nella mia stanza. Non avevo grande scelta.

Ora ho la spina dorsale storta, ovviamente. 

Sono stata brava ma sovente capitava che mi sentissi in trappola e allora scalciavo come Regan de “l’Esorcista”. Non è stato esattamente un Carnevale di Rio. 

Non solo. In quei giorni ho riso veramente tanto.

Ricordo di aver visto con mio fratello “Ti lascio perché ti amo troppo” di Siani. Mi bruciava lo stomaco per le risate, ma non potevo muovermi più di tanto. 

Non so se riesci a visualizzare e percepire l’immane fatica!

Tre mesi chiusa in quelle quattro mura pallide e profumate di clorexidina. 

Successivamente un mese in un centro di riabilitazione, ad imparare di nuovo a camminare. 

È stato un periodo molto difficile ma grazie alla mia famiglia, e al mio ragazzo di allora che attualmente è mio marito, ce l’ho fatta.

Mi ha aiutato anche il fatto di essere incapace di non essere ironica, e ho sempre raccontato tutto quello che mi è successo come fosse una barzelletta. 

Il risultato? Nonostante sia stata una delle esperienze più traumatiche della mia vita non ho un ricordo negativo legato ad essa. Ricordo bene le battute, le lacrime versate per il troppo ridere, quei momenti che ho potuto vivere di tenerezza e vicinanza con le persone che amo.

Ti racconterei di più, ma temo di annoiarti.

Intanto c’era ancora l’università.

Solo chi ha vissuto o vive i famigerati appelli sa cosa significhi trincerarsi in una cella fatta di carta, teorie, in cui rimbomba solo la tua, odiata, voce. 

Avevo iniziato a considerare gli esami non in base ai CFU ma in base al numero di giorni di clausura necessari per studiare. 

Uno degli esami peggiori in triennale è stato Psicologia Generale, ben 30 giorni di totale reclusione. 

Senza MAI mettere il becco fuori casa.

Durante la stessa sessione ho deciso di spingere l’acceleratore, e dare altri due esami i 10 giorni successivi. Ormai avevo perso 30 giorni di vita, 40 non avrebbe fatto la differenza. 

Un giorno una mia amica, preoccupata perché non rispondevo al telefono da tempo, si è precipitata a casa. Mi ha trovata circondata da libri, con i capelli osceni e il tavolo appoggiato direttamente sul letto così da non perdere tempo per alzarmi-andare in cucina-apparecchiare/sparecchiare. 

Avevo tutto lì, così ottimizzavo il tempo.

Dopodiché ho deciso di trasferirmi in UK. Ma, inesorabile, è tornata la vecchia crush Italia e sono rincasata. 

Mi sono imposta di finire il percorso che avevo intrapreso, non avevo ancora perso la speranza di poter avere una bella carriera in Italia.

Questa decisione mi è costata altri 2 anni di clausura. 

L’esame di stato per l’abilitazione alla professione di psicologo si divide in un anno di tirocinio (assolutamente non retribuito) e un anno di studio. Matto. E disperato. Disperatissimo. 

Il compendio di 5 anni studio, suddiviso in 4 prove le cui date ci venivano comunicate una settimana prima dello svolgimento, diluite in 8 mesi.

Ho chiuso la porta alle mie spalle il 20 settembre 2018 e l’ho riaperta il 14 marzo 2019.

Quando ho finito sentivo il mondo nelle mie mani. 

“Troverò mille lavori, realizzerò i miei sogni, porterò la psicologia ovunque…”

Ma purtroppo la realtà è ben altra. In un anno, a Milano, ho ottenuto solo un colloquio, durante il quale il recruiter mi ha esposto i suoi dubbi circa l’assunzione di psicologi nelle HR. 

Indovinate in cosa sono specializzata? PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE RISORSE UMANE, of course

Non ho ottenuto il lavoro, ovviamente, ma in compenso questa esperienza mi ha aiutata a rassegnarmi al fatto di essere perseguitata dalla tipica nuvoletta di Fantozzi. 

Cassetti chiusi. Chiavi cestinate.

Lo stare chiusa costantemente e da sola in casa però mi ha aiutata in questa situazione di panico generale. 

Sai perché? 

Perché mi sono adattata e ho studiato il modo per non perdere me stessa e non impazzire, anche se i social non lo rendono certo semplice.

Se ti va di continuare la lettura, qui troverai dei suggerimenti per sopravvivere alla quarantena

Sono un’esperta del settore, almeno questo concedimelo.

CONSIGLIO PILOTA: i primi giorni, come è sacrosanto che sia, DORMI! Trastullati sul divano tra caffellatte e biscotti, patatine, capelli sporchi e pigiama macchiato di sugo.

Dopo 3 giorni (non conosco la tua soglia di sopportazione) inizi a sentirti spaesato nella tua stessa casa, sei depresso, vorresti riprendere le tue abitudini che, per quanto siano odiate, sono ormai la tua vita. E il fatto di essere costretto a NON FARE può farti impazzire.

Armati di pazienza e:

1.conserva le tue abitudini principali. Svegliati alla solita ora, come se fosse un normale giorno di scuola/lavoro; fai una bella colazione (puoi curarla un pò di più dato che ora hai più tempo), controlla le e-mail, svolgi la tua normale routine mattutina.

2. Dedica tempo alla tua beauty routine. Sistema le sopracciglia, fai una maschera per il viso, massaggia il viso con una buona crema idratante. Anche se un minimo, truccati. BB, un velo di blush, una passata di mascara e già ti vedrai più luminosa. Se sei uomo, taglia quella barba (?ora non hai più scuse fra l’altro), maschera, crema viso, sistema il ciuffo e il gioco è fatto. 

3. Togli ASSOLUTAMENTE il pigiama. Se sei vestito in maniera trasandata tenderai ad ESSERE trasandato e a lungo andare questa sensazione provoca sconforto, ansia e depressione. Vestiti come se dovessi uscire, privilegiando indumenti più comodi, chiaro. Jeans e collant rimandiamoli a settembre, P-E-R-C-A-R-I-T-À.

4. Fai una lista di tutte le cose che hai sempre dovuto/voluto fare e per mancanza di tempo/voglia hai sempre rimandato. Mettere in ordine gli armadi, fare uno scarto di vestiti/scarpe che non usi più, cambiare la disposizione dei mobili, controllare tutti i documenti cartacei…

5.Non so tu ma io ho la cattiva abitudine di comprare libri su libri. Poi non sono mai abbastanza concentrata per iniziare a leggerli e così li accumulo. Lo fai anche tu? Scegli il primo, aprilo e comincia a leggere. Anche se ti addormenti all’introduzione, ormai lo hai cominciato e volente o nolente devi finirlo.

6. Fai qualcosa di creativo. Cambia colore ad un paio di scarpe che non usi più ma non vuoi dar via, ottieni un cross top da una vecchia t-shirt. Libera un pò dell’energia che hai dentro CREANDO qualcosa! Potresti anche darti alla cucina. Ma con le palestre chiuse fino a data da destinarsi non so…non sento di consigliarlo!

7. Continua a svolgere, quando e se possibile, le attività che ami. Sei abituato ad allenarti almeno tre volte a settimana? Cerca un allenamento da poter fare in casa. Per me che mi alleno sempre con il mio gruppo risulta molto noioso per cui con gli altri ci siamo organizzati per allenarci insieme via Skype. Fondamentalmente questi mezzi di comunicazione sono nati per questo: accorciare le distanze, portare dentro il fuori, TORNIAMO AL LORO SCOPO PRIMARIO!

8. Dedica EXTRA TEMPO a te stesso: manicure, pedicure, maschere per i capelli, un bagno caldo, stenditi al sole (quando deciderà di palesarsi) senza fare assolutamente niente. GODITI L’OZIO, LA CALMA, L’ASSENZA DI FRENESIA. E resta li, semplicemente ad ascoltare gli uccellini cantare e le persone parlottare nelle loro case. Quando ti capiterà di nuovo di avere per te un qualunque giorno feriale di Marzo?

9. Termina qualcosa che avevi iniziato secoli fa e che hai sempre lasciato incompiuto! Avevi in mente di scrivere un blog? Informati su come fare e crealo. Hai sempre pensato di voler scrivere un libro? Inizia a buttare giù qualche idea! Avevi comprato tutto il necessario per imbiancare casa? Fallo ora! 

10. Metti su carta i tuoi pensieri. Chiamalo diario di bordo, memoriale del Corona, o come vuoi. Scrivi tutto quello che ti viene in mente, pensieri, battute, quello che hai fatto o ancora meglio, come avresti dovuto trascorre la giornata e come invece la stai trascorrendo. È liberatorio, ed estremamente rasserenante. Quale opzione ti piace di più?

11. Avrai una lista di film/telefilm da vedere. Approfittane!

12. Se proprio ti senti solo, ci sono le chiamate di gruppo. Un caffè con le amiche, un aperitivo si può fare anche in video conferenza. Certo poi non avrai più nessuno da incolpare per aver mangiato tutti i biscottini?…

13. VIVI IL PRESENTE. Pensare troppo al passato o al futuro rovina ciò che vivi ora. Rimpianti e false aspettative sono modi che l’essere umano ha trovato per rovinarsi ulteriormente l’esistenza. Metti in risalto i lati positivi della situazione. Ce ne sono credimi. E se organizzerai le attività in casa come ti ho consigliato, vedrai che la quarantena non ti basterà ?

14. Ultimo ma più importante: 

DEDICA IL TEMPO CHE HAI ORA  ALLA TUA FAMIGLIA. Coccola più che puoi, costruisci bei ricordi.

COSA NON DEVI FARE?

1) Non continuare a chiederti quando finirà, quando potrai uscire di nuovo e riprendere la tua solita vita. È nocivo perché ti fa vivere ancora peggio il momento attuale e aumenta lo stato d’ansia.

Pensa invece a quanto hai agognato questi momenti, a tutte le mattine in cui hai dovuto lasciare il tuo letto comodo per avventurarti in una mattina ancora buia per affrontare una giornata all’insegna di carte, equilibri di potere, urla del capo, confronti tra colleghi. 

Pensa a tutte le volte in cui hai dovuto fare colazione in fretta e in furia per non perdere il tram o la metro, con il loro distintivo olezzo. Rifletti invece sul fatto che adesso hai il LUSSO di perdere del tempo la mattina per decidere il gusto dei pancake e del succo di frutta. E poi sollazzarti nei profumi della tua casa.

2) Ovviamente NON USCIRE. Il problema ora è che tutti noi giovani possiamo essere dei vettori di trasmissione del virus; possiamo infettare tante persone immunodepresse. Maggiori sono i contagi maggiori sono le possibilità che il sistema sanitario collassi. I posti iniziano già a scarseggiare. Facciamo i bravi per qualche giorno, impariamo a goderci la prolungata pennichella pomeridiana sul divano e andrà tutto bene.

Alla fine di questa quarantena per me e per gli altri migliaia di disoccupati non sarà cambiato praticamente niente. 

Se però TU la vivi bene potrai tornare alla tua routine lavorativa rilassato, soddisfatto e magari apprezzerai ancora di più quei piccoli momenti che prima detestavi tanto. Anche i litigi con i colleghi diventeranno più belli!

Ho un’ultima riflessione da fare. 

Tutti non facciamo altro che lamentarci del nostro lavoro, diciamo continuamente di essere stanchi, stressati e che pagheremmo oro per poter stare a casa. 

Ora che abbiamo questa possibilità (è un periodo di crisi e di panico, ma dobbiamo sforzarci di trovare il lato positivo) continuiamo a lamentarci, a dire che in casa si soffoca, che non si sa cosa fare.

Ti chiedo: è questa la prigione che stiamo vivendo o il nostro lavoro, le nostre abitudini, gli ambienti che frequentiamo, gli orari che rispettiamo hanno creato la vera prigione. Quella che ci ha fagocitati a tal punto che ora che non c’è non sappiamo più chi siamo e cosa fare?

È la quarantena che ci soffoca o il fatto di non essere più autonomi e di riuscire ad eseguire qualcosa solo quando ci vengono dati degli ordini che ci ha depersonalizzato?

SCRIVIMI! FAMMI SAPERE COSA FAI E SE HAI DECISO DI SEGUIRE UNO DI QUESTI PUNTI!

E RESTA A CASA ?

?


Articoli correlati
Blog

La terza volta non si scorda mai-Abiti da lavoro

Blog

Vestirsi di emozioni. Riconoscerle ed indossarle

Blog

Il peso della bellezza

Blog

L'analisi transazionale nella moda

    Iscriviti alla newsletter!
    Non ti preoccupare, neanche a noi piace lo spam!

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *