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Protagonista del tuo armadio

Comprare meno è PIÙ appagante? Si può contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale semplicemente adottando uno shopping più mirato? È possibile decelerare in un’epoca tanto fast?

protagonista del tuo armadio
Credits: ViviAlMeglio

CRUELTY DEFORESTATION FREE

Il numero 844 di Vogue di Gennaio 2021 è stato pubblicato come  The Animal Issue in quanto interamente dedicato agli animali. 

Nel suo editoriale il direttore Emanuele Farneti scrive: “abbiamo voluto che fossero gli animali a prendere in prestito il nostro spazio fisico e digitale-per costringerci a riportare l’attenzione, dopo i mesi passati in casa, sulla dimensione naturale, sull’emergenza ambientale che il dramma della pandemia non ha certo reso meno urgente, e su quello che ci ha insegnato l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle: molto banalmente, che il mondo non gira attorno agli uomini”. (Vogue, n. 844, p.16)

Nell’articolo “La foresta nell’armadio” Susanna Macchia riporta quelle che sono le raccomandazioni che da tempo le associazioni ambientaliste cercano di diffondere, spiegandone brillantemente i motivi.

Sono anni che le varie Ong (come Lav, Peta, etc) esortano ad un consumo di moda cruelty-free e, aggiungerei, deforestation free

Perché a subire le conseguenze della nostra sete inappagabile di abiti e accessori non sono solo gli animali, ma anche enormi superfici forestali. 

Il WWF ha infatti evidenziato la interrelazione tra il mercato della pelle e il problema della deforestazione: al fine di fare spazio a pascoli destinati all’industria conciaria ed alimentari in moltissimi paesi sono stati eliminati ettari ed ettari di foresta, con conseguenze devastanti sul clima e sull’omeostasi ambientale.

Forse la gravità del problema potrebbe risultare maggiormente comprensibile se posta in questi termini:

ettari ed ettari di vegetazione vengono rasi al suolo perché destinate all’allevamento di animali, fatti nascere ed allevati solo per essere uccisi, a fini alimentari ma soprattutto per la loro pelle, usata per produrre borse, scarpe, vestiti che devono soddisfare il desiderio marketing-indotto di milioni di persone di cambiare, rinnovarsi perché è il modo in cui pensano di poter eludere la propria perpetua sensazione di insoddisfazione nei confronti di se stesse.

Non uno scenario da favola vero? Pensare che vengono sprecate vite e depauperata la natura solo per la smania occidentale di andar dietro una chimera, e finire invece con il sentirsi sempre inadeguati, sempre un passo indietro, mai abbastanza.

La velocità, il tempo accelerato dei social, il fast fashion hanno alimentato questa situazione in cui a rimetterci sono la natura, la nostra identità, il nostro tempo e i nostri valori.

In questo post però non voglio solo esporre le conseguenze dannose delle nostre scelte di consumo ma invogliare ad un lento e graduale cambiamento.

FAST DETOX

fast fashion detox
Credits: VanityFair

Ovviamente rinunciare al fast fashion dall’oggi al domani sembra impossibile. 

È possibile però mettere in atto alcune strategie che permettono quantomeno di ridurre fortemente il consumo  e quindi l’impatto ambientale.

consigli shopping
Credits: DonnaModerna

Primo passo: disinstalla le app di shopping online; all’inizio sarà dura (lo dico per esperienza diretta), ma serve per perdere l’abitudine a trascorre qui il tempo libero, sfogliando le novità ed auto creandoti l’esigenza di comprarle. Male che vada ti perderai l’ennesimo mum jeans con rouches.

Riappropriati del tuo tempo di consumo e della tua identità. Imponi alla moda i tuoi ritmi, decidi quando ne avrai abbastanza di postare sui social le foto con la tua felpa preferita, non lasciarti condizionare da cuoricini impersonali.

Così facendo di sicuro ridurrai la frequenza di acquisto presso catene fast fashion, perché non più vittima delle novità ma protagonista del tuo armadio. Potrai rendere così il tuo shopping personalizzato e più soddisfacente: poche cose, accuratamente scelte e poche volte l’anno. Niente più “ma si lo compro tanto per…; tanto viene solo 15 €”

INSTEAD OF

Un primo metodo che ti suggerisco è quello della formichina: hai la tentazione di fare shopping (di nuovo), hai riempito il carrello (di nuovo) e stai per spendere 200 € (di nuovo) in abiti scadenti che sai ti stuferanno presto? 

Prendi i soldi destinati a questo acquisto e mettili da parte. All’occorrenza, apri un conto gratis online (suggerisco Revolut) ed usalo come salvadanaio. 

Procedi in questo modo ogni volta che incorri nel pericolo fast fashion o quando stai per comprare “tanto per”. TU non sei “tanto per” e non dovrebbero esserlo neanche i tuoi vestiti.

Infine, utilizza i soldi che hai messo da parte per comprare qualcosa che sia veramente alla tua altezza e che giovi appieno alla tua autostima. 

Lo shopping fast comporta soddisfazione e piacere immediati, ma sono piccoli. Accumulali per un capo che ti gratifichi anche dopo averlo acquistato. Come diceva Gotthold Ephraim Lessing “l’attesa del piacere è essa stessa piacere” no?!

SHOPPING A PUNTI

Stabilisci ogni mese dei punti shopping, 10 per esempio; ogni tipologia di capo o accessorio acquistato avrà un punteggio, che dovrai sottrarre a quello totale. 

Una t-shirt di Zara senza né arte né parte? 2 punti! 

Un cappotto identico a quelli che hai già ma mezzo millimetro più corto? 3 punti!

Ogni volta che stai per fare un acquisto chiediti: voglio davvero utilizzare i punti a disposizione per questo capo? Se la risposta è NO lascialo e tieni i punti, da utilizzare in qualcosa che desideri veramente. 

Ah chiaro, I PUNTI SONO CUMULABILI!!!

il tuo shopping
Credits: Shutterstock

Ti propongo questi metodi perché li ho provati io in prima persona. Il mio armadio, il mio portafoglio, la mia autostima e il mio stile ne hanno tratto ampio giovamento. 

Un giorno ho realizzato di avere un armadio stracolmo di vestiti che non riconoscevo come miei, omologati e omologanti, che non mi piacevano e che mi causavano insoddisfazione. Il consumo fast fashion inoltre, dato il mio impegno per l’ambiente e per la salvaguardia degli animali, mi provocava una fortissima dissonanza. 

Dopo un gran bel decluttering, ho iniziato ad usare tutte le tecniche che ho elencato sopra e mi è sembrato di rinascere.

Non nego che ogni tanto ancora mi scappa una spesuccia da Zara o Bershka, ma si sono ridotte a 5/6 volte l’anno (anche meno) a fronte delle 20/30 di anni fa.

Che dici? Ci provi?

Fammi sapere cosa ne pensi!

Se lo hai perso, clicca per leggere l’ultimo articolo?

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