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Piccolo dizionario sulla masturbazione

“E allora accarezzo la mia solitudine, ed ognuno ha il suo corpo a cui sa cosa chiedere”: piccolo dizionario sulla masturbazione

“Cercherò mi sono sempre detta cercherò troverai mi hanno sempre detto troverai
per oggi sto con me mi basto nessuno mi vede e allora accarezzo la mia solitudine ed ognuno ha il suo corpo a cui sa cosa chiedere”

“Ma quanta fantasia ci vuole per sentirsi in due quando ognuno è da sempre nella sua solitudine e regala il suo corpo ma non sa cosa chiedere” 

Lo so, mi piace molto Gianna; trovo questa canzone potentissima, sia per il suono sia per il significato del testo. Adoro, inoltre, scrivere su tematiche importanti riportando il linguaggio evocativo delle canzoni.

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Pic by Pixabay

Torniamo a noi; oltre per la bellezza, ho scelto le parole di Gianna, dal testo America, non casualmente. Infatti, oltre il rimando praticamente palese alla masturbazione, la cantante invita ad usare questa pratica per conoscere il proprio corpo; senza questa conoscenza, infatti è impossibile chiedere ai nostri partner di accontentarci nel piacere durante il rapporto sessuale (sia penetrativo che non).

Abbiamo già parlato, nell’articolo precedente, della complessità e delle mille sfumature racchiuse nel momento dell’orgasmo; possiamo considerare questo aspetto della sessualità altrettanto complesso ed è dunque importante fare chiarezza su alcune questioni.

Come possiamo definire la masturbazione?

 L’ enciclopedia Treccani definisce la masturbazione come una “Pratica erotica, auto-erotica o etero-erotica, tendente alla provocazione dell’orgasmo e del piacere sessuale al di fuori dell’accoppiamento, mediante l’eccitamento manuale degli organi genitali. E’ detta anche ipsazione e, sia pure impropriamente onanismo.” 

Masturbazione e autoerotismo sono la stessa cosa?

Spesso questi due termini vengono usati come sinonimi; in realtà bisogna considerarli come fenomeni diversi. Infatti la masturbazione non sempre ha come fine il piacere erotico e non è esclusivamente diretta ai genitali; questa ha una molteplicità di significati che variano a seconda dell’età e quindi dalla funzione che gli viene attribuita. La masturbazione in età infantile, ad esempio, può essere letta come un segnale di malessere; in adolescenza può essere letta come  uno strumento di conoscenza ma anche di ribellione. Nell’età adulta e nella terza età può assumere una funzione antidepressiva, ansiolitica, sostitutiva e compensativa e di allontanamento di componenti aggressive.

Quando si inizia a parlare e a studiare la masturbazione ?

Si inizia a parlare e a studiare la masturbazione nel ‘700 quando nascono le prima specializzazioni in igiene. I primi studi venivano effettuati unicamente su pazienti psichiatrici; successivamente, anche grazie all’ apporto della psicoanalisi, dove il sesso è un elemento centrale, lo studio si ampliò grandemente. La masturbazione per molto tempo è stata considerata un tabù, non tanto dalla Chiesa Cattolica, ma dalla Comunità scientifica stessa.

Cos’è l’Onanismo?

Onanismo è un termine coniato proprio nel ‘700 che indica, erroneamente, la masturbazione; in realtà, il termine è legato a Onan, un personaggio biblico, secondo figlio di Giuda che sposò Tamar, la vedova di suo fratello. Quindi per evitare di avere figli con lei usava il metodo del coito interrotto. Questo sostantivo è maggiormente legato a questa pratica che alla masturbazione ed è spesso usato con accezione negativa, soprattutto da parte della Comunità Cattolica.

La masturbazione è diretta solo ai genitali?

No, possono esserci diversi tipi di pratiche masturbatorie e non tutte sono dirette all’apparato genitale.

Infatti esistono: la masturbazione orale, rivolta a zone come capelli, dita; la masturbazione mammaria, rivolta prevalentemente alla zona dei capezzoli; la masturbazione anale; la masturbazione psichica, ovvero tutte le forme di fantasie  di ripristino che intervengono per darci sollievo in momenti di particolare crisi.

Quali sono i significati che si possono celare dietro ad una pratica masturbatoria?

Come ho già accennato, la masturbazione non ha solamente una valenza erotica; ovvero non è solo un modo per ricercare piacere. Infatti può assumere diversi significati in relazione alla storia personale del paziente.  Ad esempio può essere visto come un gesto di ribellione, un atto di conoscenza e esplorazione di se stessi. La diversità del significato relativo alla masturbazione, è molto spesso legata all’età. Infatti nell’infanzia può essere considerata come una forma di malessere, mentre nell’adolescenza un atto di esplorazione ma anche di ribellione. Nell’età adulta può assumere una valenza “ansiolitica” e “antidepressiva”.

Masturbarsi può essere considerato un sintomo di qualche patologia?

La masturbazione come gesto di per se non deve mai essere considerato un sintomo.  Rientra nella sfera di una possibile patologia quando questo avviene con una certa ripetitività e implica una limitazione della libertà di scelta individuale. Qui è bene differenziare tra comportamento masturbatorio,  ovvero un’abitudine anche transitoria che nasce da un’esigenza incontrollabile contraddistinta dal ripetersi compulsivo di atti masturbatori, e struttura caratteriale masturbatoria.  Quest’ultima viene definita come un comportamento non transitorio che va al di là del singolo comportamento masturbatorio.

Ci sono differenze  tra la masturbazione femminile e quella maschile?

Questa a mio avviso è fra tutte la regina delle domande sul tema; infatti per molto, tanto tempo (e credo che succeda ancora adesso) si associava la masturbazione unicamente al sesso maschile. Questo in un’ottica costante, a volte implicita della nostra società patriarcale, di costante abnegazione del piacere femminile. Il primo luogo comune che ne segue è che il maschio si masturbi più frequentemente della donna;  questo è legato unicamente alla persona, indipendentemente dalla sua appartenenza sessuale anche se bisogna considerare dei fattori puramente biologici. Infatti i genitali maschili sono maggiormente accessibili, sono sempre in “bella vista” o meglio “ a portata di mano” mentre quelli femminili non sono così evidenti ma anzi, piuttosto nascosti. Ne consegue un’altra faccenda, ossia che le donne possono avere forme di masturbazione più varie e complesse proprio per la maggiore complessità anatomica dei genitali. In qualche modo tutto ciò che è complesso richiede più possibilità e sfaccettature di manipolazione.

Spero che questa “mini guida”, sicuramente meno potente e sonora delle parole di Gianna, possa avere risuonato in qualche maniera nelle corde della vostra corporeità; ricordiamoci che l’esplorazione del nostro copro è importante a qualsiasi età.

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