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La sostenibilità emozionale e gli effetti sull’autostima

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E se ti dicessi che il benessere mentale passa dal corpo e dalla sostenibilità emozionale?

Chiedere ad una persona di adottare un comportamento di consumo sostenibile senza che abbia prima compiuto un viaggio di analisi e esplorazione di sé è molto complicato.

Il motivo è molto semplice: senza istruzione, senza conoscenza, senza curiosità e perché no, senza vedere il proprio beneficio personale, è impossibile chiedere all’essere umano di adottare un comportamento contrario, se non proprio opposto, a quello che ha avuto fino a quel momento, cui si è allenato per tutta la vita e che ha plasmato i suoi interessi e i suoi gusti.

Come per tutti i nuovi comportamenti, anche adottare uno stile di vita sostenibile, comprare meno e meglio risulta essere per molte persone un cambiamento quasi impossibile da pensare, figuriamoci da attivare. In principio. 

I VANTAGGI DELLA SOSTENIBILITÀ

Alla stragrande maggioranza delle persone piace fare acquisti, viaggiare, comprare senza pensieri.

Quante volte alla settimana, al giorno, all’ora ormai sentiamo parlare dei vantaggi di essere sostenibili per il futuro del nostro pianeta? Molte.

Quante immagini vediamo di discariche tessili all’aria aperta, animali che pascolano su montagne di abiti spazzatura, acque inquinate, termometri con temperature alle stelle a Gennaio? Tantissime. 

Quante di quelle volte, quella raccomandazione ci ha toccato al punto da seguirla? Probabilmente nessuna o quasi nessuna.

Quante di quelle immagini ci sono entrate dentro al punto da bloccare i nostri acquisiti di impulso e spingerci a cambiare veramente le nostre abitudini? Sicuramente neanche una. 

Perché? Semplicemente perché non riusciamo a vedere il beneficio personale che possiamo ottenere dall’essere più sostenibili.

Dovremmo smettere di fare shopping a caso, smettere di comprare nuovi capi, smettere di placare l’ansia, o qualsiasi altro stato o emozione troppo difficile da sostenere, riempiendo carrelli fisici e virtuali di vestiti o smettere di correre ai saldi con l’angoscia che avremmo se ricevessimo la notizia dell’immediata fine del mondo.

Perché dovremmo smettere di fare tutto questo con cui ci divertiamo e ci liberiamo dai pensieri, anche se in realtà non abbiamo mai valutato se comprare così tanto sia realmente benefico o dannoso a lungo termine per la nostra salute mentale e fisica?

Non sembra essere molto attraente eliminare dalla nostra routine attività che ci piacciono, cercando un bene generale futuro, che non si sa né quando né come né se arriverà mai. 

NELLA POLARITÀ DELLA SOSTENIBILITÀ

Proviamo però ad esplorare l’altra polarità di questa situazione di over-anti-emotions consume e chiediti: cosa succederebbe se abbracciassi la credenza che, imparando a essere sostenibile, la prima beneficiaria saresti tu?

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Pic an hooders by sophiconcept.com

Sono sicura che inizialmente saresti scettica; dopo aver accarezzato questa idea però mi chiederesti, come.

La soluzione è molto semplice: si tratta di fermarti, guardare dentro di te; avere il coraggio di differenziarti dal gruppo; individuare i tuoi capisaldi, i tuoi valori, prenderti la responsabilità di decidere per te in maniera quanto più possibile congruente ad essi; concentrare le tue decisioni di acquisto su di te e non su ciò che fanno gli altri, praticamente esercitare l’”IO VOGLIO” e abbandonare l’”IO DEVO”.

Il mio suggerimento è quello di affrontare questo viaggio con l’aiuto di un/a professionista che ti sia di supporto man mano che “le cose” affiorano dall’armadio, dove erano ben riposte e nascoste, e che ti dia una mano a sostenere l’accesso a comportamenti alternativi. Lo so che non sembra così difficile, ma credimi, lo è. 

Anche perché questo lavoro comporta non solo l’acquisizione di comportamenti di consumo differenti, ma la revisione della relazione con il tuo corpo, l’affermazione di ciò che desideri realmente per te, la visualizzazione e definizione delle tue identità.

E si, per abbracciare un consumo sostenibile e trarne da esso quanti più vantaggi personali possibile, hai bisogno di questi strumenti che poi ti consentiranno di avere una maggiore autostima, minori livelli di frustrazione per il tuo corpo, miglior contatto con te, capacità di accogliere e gestire le tue emozioni senza doverti soffocare di vestiti. Alla fine avrai un armadio più vuoto, ma più efficiente e versatile di prima. In cui ci sarà spazio anche per te e per tutti gli esperimenti stilistici e identitari che vorrai fare. 

Comprerai almeno il 95% in meno rispetto prima, avrai una cura particolare per i tuoi abiti e accessori (perché sono espressione vera di te e dei tuoi credo), di certo li utilizzerai fino all’usura, o almeno fino al momento in cui non li sentirai più tuo. Lì capirai che sei cambiata di nuovo e userai gli abiti per scoprirti, e darti voce, ancora e ancora. 

Questo è il benessere emotivo e l’utilizzo dell’abbigliamento per star bene. Prima ti vedi, ti capisci, poi smetti di comprare in modo compulsivo o incoerente o non necessario o abbuffante, e di conseguenza diventi una persona con un comportamento sostenibile, in contatto con se stessa che facendo del bene a se lo fa anche all’ambiente circostante.

SUGGESTIONI COMUNI

Ti lascio alcune suggestionI, comuni a moltissime di noi, so questa ammasso di emozioni e comportamenti nocivi che abbiamo introiettato passivamente. 

In che modo affronti il tuo corpo, i tuoi complessi?

Sicuramente lo fai ignorandoti, scotomizzando l’insoddisfazione, scappando da te e comprando sempre di più, per il corpo desiderato non per quello reale. 

Come ti relazioni ai fantomatici “altri”? Quale peso dai alla loro opinione, al loro giudizio? 

Probabilmente risponderai che dell’opinione altrui non ti importa nulla e che hai imparato a tenerli fuori dalla tua vita. 

La realtà è che una volta entrati, è difficile rimuoverli da sole. Perché diventano parte di noi, e alla fine siamo noi stesse quegli “altri” che ci giudicano, che criticano, che ci dicono che non siamo mai abbastanza. 

Così diventiamo le peggiori nemiche di noi stesse.

Ci confrontiamo con altre persone, siamo in costante contatto con la mancanza, con ciò che vediamo nelle altre e che vorremmo avere ma non riusciamo ad ottenere. E meno sentiamo di poter ottenere ciò che desideriamo con le nostre risorse interiori più cerchiamo all’esterno mezzi attraverso cui tappare quei mostruosi buchi. 

Così ti convinci che il capo X che costa X che hai visto su X finalmente ti darà l’aspetto che desideri, farà si che tu ti senta bene con e nel tuo corpo, che determinerà la fine di quella costante sensazione di “non sai neanche tu cosa sia”. 

Praticamente proietti una realtà che non è la tua, ti auto convinci che a mancarti sia “solo” un vestito e continui ad illuderti di non avere niente che non sia risolvibile mediante una insana seduta di shopping. Allontanandoti di te e cercando di nascondere ciò che realmente senti sotto una matassa informe di abiti e accessori. 

Chi sei?

Come sei?

Cosa desideri?

Cosa ti rende felice?

Comincia a rispondere a queste domande e man mano sarai sempre più vicina alla scoperta della te reale, all’utilizzo dell’abbigliamento per il tuo benessere mentale, fisico e ambientale 🍀

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