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Covid 19, l’ignoto diventa normale

Con il Covid 19 l’ignoto, l’ignoto diventa normale. Ecco perché.

tempo sospeso
Credits: Jumbo Africa

Per oggi avevo previsto un articolo a proposito di moda e dissonanza cognitiva. 

Tuttavia, vista la recente evoluzione (anzi involuzione) della situazione in Italia, ho preferito scrivere un articolo riguardo a rischi e conseguenze che Covid e misure restrittive possono avere sulla salute psicologica.

Probabilmente l’Italia non è mai stata così unita, ed è un po’ triste sapere che è stata una situazione negativa ad unirci: siamo tutti arrabbiati, spaventati e intimoriti, da Nord a Sud. 

Il Covid ha cambiato e sta cambiando nuovamente le nostre vite.

Non è solo l’infezione in sé che spaventa ma la situazione contingente: il sistema sanitario a rischio  collasso, la crisi economica e politica, il futuro incerto.

La pericolosità non consiste solo nell’essere contagiati ma riguarda anche l’impatto che il Covid può avere sulla salute mentale, soprattutto se non si interviene in tempo. 

In uno studio condotto presso l’ospedale San Raffaele di Milano, pubblicato della rivista Brain Behaviour and Immunity coordinato dal professor Benedetti, è emerso che gli stati infiammatori causati dalla malattia possono avere ripercussioni anche a livello psichiatrico e possono essere fattori di rischio per varie patologie, in particolare la depressione. Oltre che dall’infiammazione provocata dal virus, le conseguenze psicologiche possono essere scatenate dai fattori di stress associati alla situazione, dall’isolamento sociale,  dalla preoccupazione di infettare, dallo sigma.

I sentimenti e le emozioni che è più probabile esperire in questo momento sono:

paura: dell’incertezza, per la perdita del controllo, per la perdita del lavoro, di morire, per la salute dei propri cari, per l’isolamento sociale. La paura può portare al desiderio di sempre più informazioni che spinge ad affidarsi a fonti non attendibili, oppure può comportare un atteggiamento di negazione e rifiuto, quindi ad adottare comportamenti non adeguati.

-Sentirsi senza un futuro, senza prospettive, speranze o scopi: ciò è dovuto al continuo cambiamento della nostra quotidianità e alla mancanza di certezze. Queste sensazioni possono condurre a comportamenti di dipendenza (alcool, droghe, social), ad agire in maniera impulsiva, ad abbandonare stili di vita sani e ad adottarne di non sani, come mangiare male e non svolgere attività sportiva.

Ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post-traumatico da stress. Questi quadri possono emergere per la prima volta a seguito della situazione o andare ad aggravare una condizione pre-esistente. 

Possono manifestarsi con insonnia, frequenti risvegli notturni, sogni angoscianti, mancanza di energia, debolezza, tristezza, timore eccessivo, mancanza di interesse piacere nel fare le cose, attacchi di panico, voglia di piangere, chiusura in se stessi.

Il disturbo ossessivo-compulsivo si può manifestare con atti ripetuti legati alle pratiche di igienizzazione; l’ossessione può riguardare anche i pensieri. Può intervenire un meccanismo di spostamento: i pensieri ossessivi e le compulsioni vengono diretti verso qualcosa o qualcuno non attinente il virus (preoccupazione eccessiva per il cuore, ossessione per un personaggio, rimuginio su episodi del passato): in questo modo viene negata la preoccupazione circa qualcosa di reale, di letale e su cui non si ha controllo, e le proprie ansie vengono dirette su qualcosa percepito come meno pericoloso, come presente solo nella propria testa, per cui non dannoso.

Lo stress a cui siamo sottoposti genera maggiore vulnerabilità,

lede la salute in quanto influisce negativamente sul ritmo sonno-veglia e sugli orari di alimentazione, può causare problemi a livello gastrointestinale, alterazioni cutanee, timore a lasciare casa o a stare con altre persone.

Altro rischio è quello di reprimersi talmente tanto, fuggire tanto dal dolore, da sviluppare una forte depressione.

Anche la rabbia se non direzionata in maniera funzionale può essere altamente dannosa. Può condurre a mettere in atto comportamenti impulsivi o a prendersela con persone vicine, rovinando le relazioni.

Le emozioni citate sono le stesse che caratterizzano i  5 stadi del lutto (rifiuto-negazione, rabbia-colpevolizzazione, patteggiamento, disperazione-repressione, accettazione).

In tanti sono ancora bloccati alla fase del rifiuto e della rabbia. 

La fase dell’accettazione, nel caso specifico, consiste nell’accettare che la nuova normalità ora sia l’incertezza. 

Quello che stiamo vivendo è inevitabile a livello sociale ed individuale, siamo tutti impotenti, non c’è nessuno contro cui puntare il dito, e non c’è nient’altro da fare se non accettare.

Accetta il fatto di non avere alcun controllo sulla situazione, + sul futuro, sui progetti.

Concentrati però su ciò su cui hai ancora il controllo: ossia sul tuo comportamento. Dipende da te e dalla tua volontà seguire protocolli e normative, indossare la mascherina, mantenere il distanziamento sociale e fare tutto ciò che è in tuo potere per aiutare a superare quanto prima questo momento.

Hai il controllo sulla tua quotidianità: cerca di importi una routine e mantenere ritmi regolari, facendo esercizio fisico mantenendo regolari orari di alimentazione e sonno.

Al fine di gestire meglio la stress organizza la tua giornata: compila una lista di attività da svolgere giorno per giorno e di obiettivi da perseguire. Poniti obiettivi semplici, realistici e realizzabili.

Riservati sempre del tempo libero (reale) da dedicare a te: svolgi attività che ti permettono di concentrarti su altro rispetto alla situazione contingente (leggere, parlare al telefono con familiari e amici, ascoltare la musica). 

Approfitta di questo tempo per acquisire nuove abitudini più salutari: inizia un’alimentazione equilibrata (approfitta del fatto di non avere tentazioni esterne), inserisci  l’esercizio fisico nella tua routine quotidiana.

Puoi adottare alcune tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga, o pratiche volte alla cura di te stesso: dedica del tempo ad un bagno caldo, cura la pelle. 

Lavora su te stesso, non scaricare la frustrazione sugli altri; se la rabbia è tanta cerca il modo di darle una direzione positiva. La rabbia è energia che può essere spesa in maniera funzionale e proficua.

Se ti rendi conto che queste sensazioni ed emozioni ti provocano un malessere acuto e se non sono occasionali, ma durano  più di 2/3 settimane rivolgiti ad uno specialista. 

Sono attivi numerosi numeri verdi per il Pronto Soccorso Psicologico come quello predisposto dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia (#lopsicologotiaiuta). 

Ricordati di non sottovalutare mai la tua salute mentale, in questo momento in particolare modo.

Cerca di stare quanto più possibile in ascolto con te stess* in modo da poter intervenire quanto prima possibile ed evitare di far radicare comportamenti e stati disfunzionali.

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