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Cosa metto in valigia?

Sono qui. Con un biglietto aereo tra le mani, elettrizzata perché sto per fare un viaggio che rimando da anni, eppure non posso fare a meno di sentire un po’ di ansia.

COSA METTO IN VALIGIA LA PSICOLOGA DELLA MODA

Una nuova ansia, bella ma brutta allo stesso tempo.

COSA METTO IN VALIGIA?

Bella perché la ricollego alla eccitazione tipica che si prova prima di salire a bordo, brutta perché non è piacevole e non la provavo da anni: quella da “COSA METTO IN VALIGIA?”

Mi sembra di essere tornata a quando avevo 20 anni; il trolley da 10 kg per me era un affronto, non mi sembrava possibile non poter portare con me l’intero guardaroba. 

Fantasticavo sul viaggio, talmente tanto che poi finivo per mettere in valigia un outfit per ogni sogno. Se avessi fatto un esame di realtà non sarebbe stato così difficile; l’ideale però vinceva sempre sul reale e mi ritrovavo puntualmente al gate carica di valige e vestita come un omino Michelin con 3000 strati di roba addosso e scarpe appese al collo come collane.

Che incubo!

IL BINGE CLOTHING

“Ora sei cresciuta” mi dico “e sai quello che ti piace fare in vacanza, sai quale tipo di viaggiatrice sei”. 

Credo che int quest’era post lockdown il rischio per tutti noi sia quello di incorrere in una sorta di binge-clothing, come mi piace definirlo attingendo la terminologia dal dizionario psichiatrico. 

Come il binge-eating, disturbo da alimentazione incontrollata, il binge-clothing potrebbe essere definito come una tendenza ad abusare di abiti, a non riuscire a controllare la quantità di capi e accessori necessari per esprimere le identità, per mesi chiuse e represse nelle mura domestiche.

Sentiamo il bisogno, ora che siamo liberi, di dar sfogo a tutto ciò che per lungo tempo abbiamo messo a tacere, le nostre sfumature, i nostri Io che nei vestiti trovano massima espressione. 

Così nella confusione e nel rifiuto di rinunciare ancora anche alla più piccola parte di sé, si finirebbe con l’infilare in valigia chili di “potrebbe servire”.

E ci si potrebbe ritrovare con abiti lunghi, eleganti, décolléte, stivali alti, mille borse e altrettanti accessori quando realmente si sta per intraprendere un viaggio rilassante al mare.

Rischi: frustrazione nel momento in cui ci si rende conto che il viaggio ideale non corrisponde poi a quello reale, sentirsi soffocare dalla mole di capi portati e l’incombenza di dover trascinare un carico inutile su e giù.

4 CRITERI PER UNA VALIGIA RAZIONALE

Ti scrivo alcuni punti che ho deciso di seguire per evitare questo disagio atavico:

  1. pormi la domanda: che tipo di viaggio hai organizzato?. Con la risposta si materializzeranno dinanzi agli occhi gli outfit più adeguati da inserire in valigia. Nella fattispecie, noi cammineremo molto e se si potrà, andremo al mare; per cui opterò per costumi, abiti leggeri e casual, due paia di sneakers comode e dei sandali da spiaggia adatti per passare direttamente dal mare all’aperitivo. 
  2. Ogni volta, prima di partire, pensavo che MAGARI saremmo potuti andare a cena in un posto da favola, o MAGARI saremmo riusciti ad intrufolarci in qualche evento esclusivo. E lì i classici “ma se proprio quel giorno avessi voglia di un pantalone elegante e top? E se invece vorrò mettere un vestito paillettoso? E se sarà di quegli eventi eleganti ma sobri?”. Risultato: riempivo la valigia di “se”, inutili. Il consiglio non è quello di non fantasticare ma di scegliere uno o massimo due outfit che si adattino a ciascuna fantasia. Un vestitino particolare o un paio di sandali con il tacco risolvono l’80% dei nostri sogni ad occhi aperti.
  3. Ogni viaggio, anche il week end/tour de force di due giorni, ha un impatto su di noi, produce dei cambiamenti. Un posto può rimanerci particolarmente nel cuore e la cosa che viene più naturale fare qual è: comprare qualcosa (accessorio, capo caratteristico del luogo) anche se il legame consiste solo nel fatto che è stato comprato li. Per me è stato così per questa gonna di cui, a distanza di 4 anni, sono ancora profondamente innamorata e che ho comprato a Las Dalias, il mercadillo Hippy di Ibiza. Sono di nuovo a Ibiza ogni volta che la indosso e ho la sensazione di emanare una energia diversa. 
ANASTASIA GIANGRANDE LA PSICOLOGA DELLA MODA COSA METTO IN VALIGIA
LA PSICOLOGA DELLA MODA ANASTASIA GIANGRANDE

Quando facciamo la valigia questo non deve assolutamente mancare: uno spazio vuoto da    riempire con i cambiamenti, i ricordi felici e i nuovi Io della vacanza.

4. Non c’è ormai città nel mondo in cui non si possa rispondere al “non si sa mai” che si realizza. Niente panico. Qualcosa si trova sempre.

SPOILER: è in arrivo un articolo su questo argomento su Sii Come Bill Magazine, non perdertelo!

E ora dimmi: quali regole segui quando fai la valigia???

❤️

Hai detto l’ultimo articolo? Eccolo ??

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