Non ti piace l’estate perché hai il terrore della “prova costume”? Rinunci al mare o ai bikini che vorresti indossare per via del giudizio? Ti capisco. E continua a leggere??
ALLA RADICE
Ora ti descrivo l’ambiente in cui sono cresciuta io, poi mi dici se anche il tuo ha qualcosa in comune con il mio e se più o meno ti riconosci in quello che ho provato per anni.
Sono cresciuta in un piccolo paese in Puglia, uno di quelli in cui si conoscono tutti, dove tutti sanno chi sei, chi sono i tuoi genitori e se incontri qualche anziano per strada ti narra la storia del tuo intero albero genealogico.
Tutti parlano, anzi sparlano; gli altri ovviamente sanno sempre quello che è giusto per te, quello che dovresti fare e sono giudici supremi di perfezione fisica, mentale e comportamentale.
Da piccola e da adolescente era come se fossi costantemente sotto il controllo vigile di decine di occhi: notavano se perdevo due chili e se ne prendevo mezzo, l’andamento della mia crescita in termini di altezza e forme.
ASSURDAMENTE SBAGLIATA
Chiaro, non andavo mai bene. Ero troppo magra o troppo grassa, avevo i capelli troppo lunghi o troppo corti o troppo colorati; mi truccavo troppo o troppo poco. In pratica ero sempre assurdamente SBAGLIATA.
Non importava cosa facessi, non importava se fossi brava, buona, intelligente, gentile. Ero sempre oggetto di attacchi, a volte davvero crudeli e immotivati.
Avrò avuto circa 5 anni quando sentii una delle mie amabili zie dire “va bene sarà anche una bella bambina ma ha già il c**o pieno di cellulite a 5 anni, da grande non ha speranze!”.
Immaginate come si possa sentire una bambina di 5 anni a ricevere questo tipo di commenti…che in pratica mi dicevano “puoi essere chi vuoi nella vita, raggiungere chissà quali obiettivi ma se sei così imperfetta non conterai mai nulla!”
CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE
E così, come tanti, ho riservato al mio corpo sempre troppe preoccupazioni e riversato su di lui tutto l’odio che potevo provare nei miei confronti. Lo deprivavo di cibo, lo sottoponevo a ore e ore di palestra oppure lo trascuravo, non me ne prendevo minimamente cura. Tanto non era mai come volevo io, perfetto per gli altri.
È durata tanto e sono andata oltre i 25 per capire che l’unica cosa sbagliata che facevo e che avevo fatto era stata dare sempre troppo ascolto a quelle voci. Forse perché non ero pronta ad ascoltare la mia, o forse perché erano talmente tante e a volume talmente alto che la mia non riuscivo neanche a sentirla.
Finché non ho deciso di spegnerle e di parlare solo con me stessa e con il mio corpo.
È ESTATE
Perché ti racconto questo? Perché è estate. Il periodo potenzialmente più bello dell’anno ma che viene percepito come il più stressante dal punto di vista dell’autostima e del benessere psicofisico perché è quando la nostra armatura, la nostra seconda pelle, si riduce ed espone tanto, troppo di noi alle critiche e ai giudizi.
È quel periodo in cui se non abbiamo una identità forte, coerente e che si riconosce nel corpo che abita, rischiamo di rinunciare al mare, alla felicità, al sole o quantomeno ai look estivi (penso a shorts, minigonne, vestitini). Per non dover affrontare il dolore derivante dal giudizio altrui, scegliamo invece la frustrazione derivante dalla rinuncia alla libertà di fare ed essere ciò che vogliamo.
RIAPPROPRIARTI DI TE
Io dico: riappropriamoci dell’estate e riappropriamoci di noi. Lasciamo che gli altri sprechino il tempo della loro vita a pensare a noi alla nostra autostima!!!
- Dobbiamo tenere a mente che non è possibile decidere di cambiare il modo in cui gli altri pensano e agiscono, però possiamo cambiare noi, il nostro modo di vedere e sentire le cose. Non possiamo impedire agli altri di guardarci, criticarci ma possiamo scegliere a quali voci dare udienza e quali ignorare completamente.
- La perfezione assoluta non esiste, o meglio esistono tante varianti del concetto di perfezione. Non è univoca. Questo perché la perfezione è negli occhi di chi guarda. Siamo noi che costruiamo i criteri di perfezione e possiamo decidere quindi che siano più in linea alle caratteristiche che ci appartengono.
- Il costume da bagno è la nostra seconda pelle d’estate. Dobbiamo scegliere quello in cui ci sentiamo a nostro agio, che ci fa sentire bell* e sicuri di noi! SI! HA IMPORTANZA ANCHE IN SPIAGGIA! Per la maggior parte di noi le memorie estive sono ambientate al mare ed anche il costume che indossiamo (o non indossiamo) contribuisce a dar loro una connotazione emozionale. E vogliamo che sia quanto più piacevole e positiva possibile no?!
Anche nella scelta del costume da bagno non porti limiti che non esistono; non siamo noi che dobbiamo adattarci al costume ma il costume che deve adattarsi a noi. Sentiti liber* di poter indossare qualsiasi forma tu voglia e poi scegli quella con cui ti vedi meglio e che ti valorizza maggiormente.
Una scelta autonoma e felice parte dalla percezione di libertà assoluta.
A me ad esempio piacciono tanto i bikini con i laccetti; ne ho comprati un paio ma non mi piacciono su di me e i lacci che pendono mi infastidiscono. Li ho eliminati non perché qualcuno mi abbia detto che non fanno per me ma perché IO ritengo che non mi valorizzano e ho scelto di non usarli più.
Ti torna la differenza?!
E ora voglio sapere che quest’anno te ne fregherai dei diktat impersonali e indosserai tutti i costumi con cui ti senti liber* e felici, quelli che stanno bene alla tua psiche e che nutrono l’autostima; in breve, quelli cui finora hai sempre rinunciato perché ti hanno inculcato che “non puoi”!
VIA LIBERA ALL’IDENTITÀ E ALL’AUTOSTIMA ANCHE IN SPIAGGIA!!!
CON QUALE COSTUME TI SENTI VALORIZZAT* E A TUO AGIO???
❤️
LEGGI L’ULTIMO ARTICOLO??