Negli ultimi decenni sono stati condotti molti studi che hanno dimostrato come l’attitudine a cercare la bellezza nell’ambiente circostante sia effettivamente un fattore che aumenta il benessere percepito e apporta miglioramenti a livello comportamentale.
Il nostro cervello ed il sistema endocrino reagiscono visibilmente a ciò che l’occhio coglie e se l’occhio coglie elementi che lo gratificano, gli effetti sono immediatamente quantificabili e concreti.
Dunque l’occhio è alla costante ricerca di armonia; in particolare, ricerca nell’ambiente forme, colori, disposizioni che siano in armonia con il complesso mondo interno di ciascun individuo.
Mondo interno che si struttura nell’arco dell’intera vita e che si edifica mediante ricordi, associazioni, emozioni, sensazioni, conoscenze, arti, immagini…
Di tale mondo interno fa parte anche l’individuo in sé, of course.
L’immagine che abbiamo di noi stessæ muta con il passare del tempo: cresce, matura, si evolve man mano che si aggiungono esperienze al proprio bagaglio conoscitivo. Si arricchisce di dettagli, di colori. Pian piano diventa sempre più definita.
Ed è costantemente in evoluzione. O involuzione.
Protagonista di questa immagine siamo noi, con il nostro viso, il nostro corpo e naturalmente i nostri vestiti.
Anche in questo caso il benessere e l’appagamento si raggiungono nel momento in cui l’occhio coglie l’armonia tra immagine interna ed immagine esterna; quando dunque ciò che vede al di fuori di noi collima con ciò che è registrato internamente, che nel frattempo è andato incontro ad una serie di trasformazioni.
Succede che costruiamo un prototipo per noi ottimale di corpo e di corpo vestito, il quale possiede determinate caratteristiche e qualità.
Ci sentiremo in equilibrio nel momento in cui il corpo reale combacerà, per caratteristiche e qualità, con quello ideale.
Ad esempio una persona può progettare di diventare ed essere in un certo modo, con qualità come l’autorità, la sicurezza in sé, la sensualità.
A ciascuna di esse associa un elemento del codice d’abbigliamento: il tailleur verde smeraldo al potere, un crop top avant apocalypse alla sensualità…
Si sentirà COMPLETA quando riuscirà ad indossare e quindi concretizzare come sue tali caratteristiche.
Non siamo subito prontæ per i cambiamenti che la nostra mente e il nostro corpo devono/vogliono affrontare. Anzi, spesso facciamo loro molta resitenza.
Voi vi ricordate la prima volta che avete preso coscienza di avere le tette e di essere ormai diventate “grandi”? Io si e, sincera sincera, non ero pronta per niente.
Poi anche la mia psiche è cresciuta e si è messa in sintonia con il corpo, e quindi con gli abiti, che la contenevano. E con le tette.
A volte può succedere anche il contrario. Soffermandosi a riflettere su una nuova, diversa scelta di abbigliamento si può prendere coscienza di un cambiamento avvenuto o di un elemento del progetto dell’essere che finalmente siamo riuscitæ a far nostro e a mostrare all’esterno.
Basta ascoltarsi, sentirsi, osservare se vi è un maggior senso di benessere e un mutamento in positivo del proprio comportamento. Se l’occhio è soddisfatto, un motivo c’è.
Allo stesso modo, se l’occhio cerca nell’ambiente qualcosa di diverso, più armonico, più appagante significa che non siamo ancora completæ o che forse necessitiamo di altro tempo per raggiungere la nostra immagine ideale.
L’armadio ci comunica CONTINUAMENTE. Ci dà tanti indizi circa il nostro mondo interno, ci dice se stiamo andando verso la giusta direzione o se ci stiamo accontentando. Ci dice se stiamo ascoltando i nostri desideri o quelli degli altri introiettati. Ci dice se stiamo raggiungendo una nostra identità solida o se siamo ancora in fase di sperimentazione.
A noi la scelta di ascoltarlo o ignorarlo bellamente
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