Ti guardi prima di uscire da casa? L’ultima immagine che hai di te influenza il modo in cui ti percepisci, i pensieri che hai nei tuoi confronti? Questi pensieri influiscono sul tuo rendimento e sui tuoi obiettivi quotidiani? Continua a leggere??
Ormai la risposta a queste domande l’abbiamo capita ed introiettata: SI.
Si tende però a pensare sempre che l’abbigliamento funzionale sia circoscritto a poche occasioni.
Classicone: il colloquio di lavoro.
In realtà è quello che indossiamo ogni giorno, anche quando non ci sono eventi particolari, a determinarci e determinare la direzione che diamo alle nostre vite.
Indossare una volta uno smoking ben stirato, in cui ci si sente divers*, difficilmente riuscirà a sradicare una immagine di sé sciatta e anonima se ogni giorno si indossa tuta slabbrata e t-shirt diversamente profumata.
È l’eccezione vs la regola; come quando Aladdin (ancora con poca confidence) si strappa gli abiti regali ed urla al Genio “tutto questo è inutile! Sono e resterò per sempre uno straccione!”
Ciò su cui dobbiamo andare a lavorare è dunque l’immagine principale che abbiamo di noi, quella che costruiamo e convalidiamo giorno per giorno; la prima che ci viene in mente quando pensiamo a noi stess*, che ci definisce ai nostri occhi e a quelli delle persone con cui condividiamo la maggior parte del nostro tempo.
NERDEGGIAMO UN PO’
A dimostrazione del fatto che ciò che indossiamo può distorcere i nostri pensieri e giudizi, la psicologa Emily Balcetis et coll. ha condotto uno studio in cui ha costretto un gruppo di studenti ad indossare un costume da Carmen Miranda e percorrere una strada molto affollata del campus. Il gruppo di controllo invece doveva percorrere la stessa strada ma indossando gli abiti usuali.
In seguito fu chiesto ai due gruppi di fare una stima della distanza percorsa; coloro che avevano camminato con il costume, provando profondo imbarazzo, affermavano di aver percorso un tratto più lungo rispetto al gruppo di controllo. In realtà la distanza era stata la stessa.
L’esperimento mise in luce l’effetto della “cognizione indossata” e di come i vestiti possano distorcere anche le nostre più semplici capacità e percezioni.
DACCI OGGI IL NOSTRO OUTFIT QUOTIDIANO
Gli abiti comunicano con noi e ci trasformano, esteriormente ma soprattutto internamente.
Utilizzare colori, osare mix di stampe, creare nuovi abbinamenti modifica, il nostro modo di pensare, di sentire e quindi di comportarci.
Elemento questo che non è importante solo in vista del raggiungimento di un traguardo, ma essenziale ai fini della costruzione dell’autostima, della sicurezza e della definizione di sé.
Ogni giorno apriamo l’armadio e ogni giorno operiamo delle scelte che scatenano determinati feedback; esse inviano messaggi interni che possono migliorare o peggiorare l’umore, influire sui processi di pensiero e quindi sulle azioni.
Quando indossiamo capi con cui ci sentiamo a nostro agio e che ci esprimono, sorridiamo alla nostra immagine nello specchio, agiamo e camminiamo con maggior sicurezza. Gli altri intorno si accorgono di tale stato, sono più positivi e propositivi nei nostri confronti; ciò è nutrimento per la nostra stima e di conseguenza aumenta le nostre performances e i traguardi che riusciamo a tagliare.
I NOSTRI SIGNIFICATI
Spesso si sottovaluta il potere comunicativo che gli abiti hanno per se stess*.
Un certo indumento può far sentire una persona più sicura, forte, attraente, intelligente; caratteristiche queste che servono ogni giorno e che devono essere nutrite costantemente.
Basta un solo pensiero negativo formulato su se stess* a far vacillare una impalcatura identitaria forte.
Perché? Perché una tendenza che appartiene a tutti è quella di ricordare meglio le esperienze, i pensieri negativi rispetto a quelli positivi.
Tendiamo, ad esempio, a ricordare più le critiche rispetto agli elogi, a rimuginare e a dar peso più agli insulti che ai complimenti.
Secondo Baumeister, professore di Psicologia presso la Università della Florida: “cattive emozioni, cattivi parenti e cattivi ricordi hanno un impatto maggiore rispetto a quelli buoni. Infatti sono più veloci a formarsi ma più lenti ad andar via”. (Qui per leggere di più).
Per questo motivo, curare la propria immagine, scegliere un abbigliamento che nutre i sentimenti positivi nei nostri confronti OGNI GIORNO, deve essere la regola non l’eccezione.
TO DAY
Non “outfit of the day” dunque, ma TO DAY, outfit in funzione della giornata. Sia che gli obiettivi siano definiti sia che si tratti del mantenimento della stima di sé.
Che dite? Introduciamo questo nuovo hashtag?