Il 2020 ha portato con sé il Corona virus, il lockdown, l’ansia, panico, ha fatto emergere paure che non credevamo esistessero ed una serie di cambiamenti epocali conseguenti.
Siamo stati chiusi nelle nostre case, nella nostra intimità, per mesi interi, isolati da tutto e da tutti.
Ma una cosa possiamo dirla: Lecce wears Dior.
Come ho scritto in questo mio articolo, spesso anche nelle situazioni peggiori è possibile ricavare qualcosa di positivo, che potrebbe anzi esserci utile o apportare una qualche miglioria. Non è paradosso ma resilienza.
La situazione che abbiamo vissuto, nonostante la sua atrocità, ci ha dato tempo e modo di guardarci dentro, di riflettere, di riscoprirci, azzerare ciò che stavamo facendo e partire daccapo.
Siamo stati obbligati a fermarci, guardarci finalmente intorno, vedere quante cose belle ci sono sempre state intorno a noi ma che ignoravamo perché date per scontate.
Anche il mondo della moda è stato coinvolto in questo processo.
Gli stilisti hanno rallentato, coltivato la loro creatività, hanno fatto emergere le radici della loro arte.
Forse, proprio questo è successo anche a Maria Grazia Chiuri, art director di Dior, che quest’anno ha deciso di mandare in scena la sua Cruise Collection 2021 a Lecce.
Maria Grazia infatti è salentina e, complice anche la chiusura dei confini internazionali, è tornata a casa, alla sua terra natale, dando luce ad un incredibile connubio tra il suo heritage personale e quello della maison parigina.
Da pugliese non posso che essere stata orgogliosa per questa scelta, ed anche commossa.
Le sfilate sono da sempre spettacolo, non solo un’esposizione di abiti; raccontano una storia, con tanto di trama, personaggi e scenografia. E mi sono sentita onorata per il fatto che una maison come Dior abbia raccontato un po’ della storia di noi pugliesi.
A Lecce, Maria Grazia è stata la regista. I protagonisti i bellissimi abiti indossati dalle 45 modelle, mentre la scena è stata ispirata alla storia artistica, musicale, artigianale, della nostra splendida terra.
Il Salento è nel DNA della collezione, dai tessuti della Fondazione Le Costantine (associazione di donne con sede a Uggiano la Chiesa) ai must presentati: gonne sfrangiate e foulard, tipicamente indossati dalle danzatrici di Pizzica (tipica danza salentina).
Le modelle hanno sfilato in una cornice definita dalle Luminarie (qui curate dai fratelli Parisi), caratteristiche architetture luminose largamente utilizzate per gli allestimenti delle feste in Puglia.
La colonna sonora d’elezione, ovviamente, è stata la pizzica, danza salentina che mixa storia e credenze popolari, supervisionata da Sharon Eyal.
È stato un meraviglioso incontro tra la tradizione del brand francese e le radici di Maria Grazia che, in questo modo, credo abbia lasciato la sua impronta indelebile nella storia della maison.
LECCE WEARS DIOR!
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Nothing is impossible to a willing heart.