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L’analisi transazionale nella moda

Durante le mie sedute con la mia psicoterapeuta finiamo spesso con il parlare di…psicologia della moda!

Ci confrontiamo, elaboriamo, le porto le mie nuove idee sull’argomento.

L’ultima volta le ho esposto le mie riflessioni sull’analisi transazionale (che io A D O R O) applicata alla psicologia della moda.

A parte aver sbandierato allegramente le mie lacune circa l’A.T. (detto tra noi: che figura di grandissima M*VDA!) con lei, da quel breve confronto è nata una riflessione: 

chi è che sceglie ogni mattino cosa indossare? Il Genitore, l’Adulto o il Bambino? E questa scelta influenza la nostra cognizione e il nostro comportamento durante il giorno? Se riuscissimo a stare in ascolto e ad individuare lo stato attivato al mattino, potremmo modificare la nostra scelta d’abbigliamento in senso funzionale?

MA PRIMA RECAP 

Che cos’è l’analisi transazionale?

L’analisi transazionale o A.T., fondata da Erik Berne, ipotizza che la personalità di ognuno di noi sia suddivisa in tre parti diverse, ciascuna con propri pensieri, emozioni e comportamenti. 

Queste tre parti sono gli stati dell’Io, precisamente:

stato dell’Io Genitore, che ha comportamenti ed emozioni trasmessi da genitori o figure altre d’attaccamento; stato dell’Io Adulto, con emozioni e comportamenti diretti nel qui ed ora; lo stato dell’Io Bambino, che ha comportamenti ed emozioni appresi ed esperiti in infanzia. 

Le persone utilizzano i proprio stati dell’Io per rapportarsi a se stesse e agli altri; tra le tre, lo stato dell’Io Bambino è la parte più vitale della personalità di tuttæ noi, in cui sono contenute le principali motivazioni del nostro agire.

La situazione ottimale è quella in cui una persona riesce a riconoscere, utilizzare ed integrare tutti gli stati in modo positivo, poiché utilizzarne solo uno in maniera privilegiata può condurre a rigidità, mancanza di flessibilità a danno della qualità della vita e delle relazioni. 

“Gli Stati dell’Io non sono ruoli, ma sono parti reali, distinte, di ciascuno di noi che, insieme, costituiscono la totalità di noi stessi. Noi ci troviamo sempre nell’uno o nell’altro dei nostri Stati dell’Io.” (Mavis Klein – L’autoanalisi transazionale)

Mia personalissssssima ipotesi: secondo me bisognerebbe introdurre anche lo stato dell’Io adolescente. Uno stato psichico, fisico, cognitivo a parte. 

ANALISI TRANSAZIONALE E PSICOLOGIA DELLA MODA

Tornando a noi: è possibile che sia lo stato dell’Io presente (che si è attivato in seguito a pensieri, dialoghi con qualcuno, sogni, social appena svegliæ etc.) a guidare la scelta dell’outfit? E in caso di risposta affermativa, è possibile che la scelta di quell’outfit condizioni l’attivazione o non attivazione degli altri stati durante il corso della giornata?

Se si riuscisse ad individuare lo stato dell’Io attivo davanti all’armadio, si potrebbe regolare la sua scelta, equilibrarla con gli altri stati e agire così sui propri comportamenti e relazioni?

Anastasia Giangrande, analisi transazionale, psicologia della moda, fashion psychology

Ad esempio, mettiamo il caso che io domani abbia un colloquio di lavoro, per una posizione che non mi entusiasma e per un’azienda molto austera in cui non vorrei lavorare. 

La verità è che mi sono candidata solo per far contenti i miei genitori, perché mio padre mi ha detto che “devo responsabilizzarmi” e mia madre che “devo smetterla di sognare e fare qualcosa di concreto”. 

Così ho iniziato ad inviare candidature controvoglia, ovunque, con lo stomaco che mi bruciava per la rabbia. 

La speranza era che nessuno mi chiamasse per il colloquio: avrei fatto la figura della bambina brava e ne avrei anche approfittato un po’ per piangermi addosso. Ma qualcuno mi ha chiamata. 

Mentre sono davanti all’armadio, a scegliere cosa indossare per questo colloquio, cominciano a venirmi in mente le parole dei miei genitori. 

“Ma cosa ne sanno loro di quello che voglio fare io? Non mi hanno mai ascoltata! Non credono in me! Mi viene da vomitare se penso di dover andare lì a dire cose che non penso! Ecco mi costringono sempre a fare quello che dicono loro anche se non voglio! E ora gliela faccio vedere!”

La scelta dell’outfit ricade su jeans strappato, t-shirt dei Nirvana, Converse nere, blazer nero con spille delle mie band preferite, rossetto rosso, smalto nero e borsa work Balenciaga.

Outfit bello…se non fosse che nell’azienda in cui sto per andare a fare il colloquio ci sia un dress code che prevede tailleur, camicia bianca e mocassini.

Anastasia Giangrande, analisi transazionale, psicologia della moda, fashion psychologist

In questa situazione possiamo dire che in me si sia attivato prevalentemente lo stato dell’Io Bambino ribelle negativo, che è sempre contrario e che cerca di sabotare con dei sottili giochi le situazioni.

Se invece si fosse attivato lo stato dell’Io Adulto avrei indossato tailleur, camicia e mocassini, quindi avrei scelto un outfit per il qui ed ora; avrei tenuto una parte di quel Bambino ribelle per gli accessori NON in vista. Infine, mi sarei confrontata da adulta con l’HR, esponendole/gli i miei dubbi circa la posizione ed, eventualmente, declinando l’offerta. 

Anastasia Giangrande, analisi transazionale, psicologia della moda

EQUILIBRIO DEGLI STATI

Come dice anche l’A.T. la situazione ottimale è quella in cui l’individuo riconosce i suoi stati e riesce ad integrarli in maniera positiva, funzionale. Infatti la vita quotidiana non è monotona ma ci richiede di essere smart, flessibili, pronti a tenere attivi tutti gli stati al momento e con le persone giuste. 

Data questa premessa credo sia importante, nell’outfit di ogni giorno, mettere in equilibrio tutti gli stati dell’Io declinati secondo il codice di abbigliamento. 

Lasciare dunque un posto per il Genitore, per l’Adulto e per il Bambino che è quella nostra parte vitale che ci spinge ad essere curiosæ, a divertirci, a stare in apertura verso quello che accade e ad essere collaborativæ.

E allora si ai vestiti bianchi con stampa girasoli, si al rosa (anche se in certi casi bisogna relegarlo solo all’intimo), si agli stickers di Hello Kitty sulle unghie. In equilibrio con uno spezzato giacca, pantalone adeguato al momento e nei colori che, probabilmente, avrebbe scelto il/la nostræ Prof per un evento accademico.

Se volete approfondire l’analisi transazionale scrivetemi nei commenti. Sarò felice di condividere con voi alcuni titoli e articoli web molto molto piacevoli da leggere?

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la psicologa della moda, psicologia della moda, Anastasia Giangrande
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