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Buoni propositi per il nuovo anno: perché NON ne abbiamo bisogno?

“Il cambiamento intenzionale non funziona. I cambiamenti avvengono da soli”, Friz Perls.

È il paradosso del cambiamento per cui risulta inutile imporsi di cambiare, elaborare complessi buoni propositi di trasformazione naturale. La verità è che più cerchiamo di cambiare meno ci riusciamo, più ci imponiamo delle regole per avviarci in un ipotetico processo di cambiamento più tendiamo a contravvenirle. E a rimanere esattamente come siamo.

Il cambiamento è qualcosa che succede naturalmente, un processo che se lasciato libero di scorrere, si verifica da se.

A gennaio tendiamo un po’ tutti a fare un bilancio rispetto al passato e a (ri ri ri…) promettere a noi stessæ che questo sarà l’anno del Cambiamento. Poi, anche se all’inizio sembra andare diversamente, ricadiamo nei soliti vecchi schemi che ci portano nelle solite vecchie posizioni. E il ciclo si ripete.

Ho provato sulla mia pelle quanto ciò sia inutile e frustrante.

Però ho imparato che è possibile creare dei presupposti, degli spazi in cui il cambiamento possa intravedere un posto dove appoggiare le valigie e potersi accomodare; questo implica fare un piccolo sforzo e mettere ordine. 

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Pic by Cottonbro Studio on Pexels

SAI CHE…

Molte persone non riescono ad agire o a fare qualcosa finché il loro ambiente fisico non è pulito e in ordine? Avere una casa ordinata è benefico per la mente, il corpo e lo spirito; aiuta a rilassarsi, migliora la salute mentale, diminuisce i livelli di cortisolo, l’ormone legato allo stress, fa emergere positività non solo nell’ambiente esterno ma anche dentro di noi. Mettere ordine negli spazi esterni permette di mettere ordine anche mentalmente, a liberare spazio. Secondo alcuni studi infatti avere uno spazio ordinato e pulito può aumentare la produttività poiché aiuta a concentrarsi maggiormente sullo svolgimento delle attività. Non ci sono distrazioni perché non ci sono disordini di cui preoccuparsi.

Disorganizzazione e disordine al contrario sono connessi a pigrizia, mancanza di iniziativa e anche depressione. Il disordine influisce sul cervello indebolendo la capacità di pensare e di mantenere il focus attentivo; più minare la perseveranza a completare le attività, influenzando il buon esito della stessa.

IL DISORDINE NELL’ARMADIO

Avere un armadio in disordine, aprire le ante, i cassetti e vedere i propri vestiti ammassati in una massa informe, può rimandare un’idea di disordine interiore, perdita di pezzi di se, impedisce di vedere tutto quello che si ha a disposizione e porta a sperimentare una sensazione di stallo: il cervello non riesce a recuperare i pezzi sparsi, si indebolisce la capacità di pensarsi e visualizzarsi, con il risultato che si resta incastratæ sempre negli stessi abiti.

Succede infatti che quando fuori c’è troppa confusione la stessa è percepita anche all’interno: non riusciamo a vederci, a sentirci; non siamo in contatto con i nostri bisogni, con come e cosa vogliamo comunicare di noi; non capiamo come esprimere le nostre identità, il che si traduce nell’indecisione su cosa mettere con relativo senso di ansia, di fastidio e di angoscia. Per placare queste sensazioni spiacevoli finiamo con l’indossare “sempre le stesse cose”, gli abiti sicuri, gli unici che abbiamo sempre presenti davanti ai nostri occhi, che ci danno un senso di compiutezza, ordine e risolutezza e con cui evitiamo l’angoscia della scelta e dell’indecisione.

Gli stessi però che ci tengono bloccatæ in un copione statico.

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Pic by Ron Lach on Pexels

L’ORDINE NELL’ARMADIO

Cosa possiamo fare per preparare il cantuccio al cambiamento?

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Pic by Anastasia Shuraeva on Pexels

Mettere ordine e fare spazio nell’armadio a partire da TRE semplici linee guida:

  • elimina le scarpe che ti fanno male, anche se sono belle. Non ha senso ostinarti ad indossare scarpe che ti massacrano i piedi, che concentrano tutta la tua attenzione sul dolore impedendoti di apprezzare quello che vivi, che fai e l’ambiente intorno a te. Sono scarpe che ti bloccano e rallentano il percorso;
  • elimina quei capi che ti sono stati dati da altræ come alternativa all’essere buttati o che ti sono stati imposti, che hai accettato passivamente, che indossi controvoglia, e che non senti e non hai mai sentito tuoi. Io li chiamo “gli abiti introietti”: sono come quegli introietti, quei “devo”, che ci vengono imposti, che ingurgitiamo e facciamo nostri senza poter scegliere se li vogliamo o meno. Essi sono rappresentazione dell’incapacità di dire NO; eliminarli allena e manifesta la capacità dire NO e di scegliere i propri SI;
  • individua i capi che non indossi più ma che non vuoi eliminare e trasformali. Non tutto quello che è vecchio e inutilizzato è inutile. Tendiamo a credere di aver bisogno sempre di qualcosa di nuovo per rispondere ad esigenze nuove; spesso invece abbiamo già ciò che ci serve, non è necessario cercare cercare fuori ma semplicemente guardare ciò che abbiamo e modificarlo perché possa esserci utile nel presente. Come i meccanismi di difesa.

Ora che hai fatto spazio nel tuo armadio, che hai creato un bel vuoto fertile, non avere fretta di riempirlo subito.

Dai tempo al cambiamento di svilupparsi e a colori, abiti, accessori di entrare naturalmente nel tuo armadio.

Fammi sapere se questa piccola guida ti è stata utile e

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