Dopo Tom Ford arrivò ASAP.
Lo showroom Tom Ford emanava lusso e ricchezza in ogni centimetro quadrato, con i suoi fiori freschi, i camerieri dai guanti bianchi e gli specchi scintillanti. Ma il termine “lusso” è spesso collegato al termine “élite” e dunque disponibile solo alle tasche di una parte di mondo, soprattutto a questi livelli. Gli abiti con cui lavoravamo durante le campagne vendita non me li sarei potuti permettere neanche al prezzo di costo!
ASAP invece fa rima con ‘commerciale’, con ‘abbordabile’ e con ‘armadio pieno di scarpe’!!
Avere Tom Ford come esperienza lavorativa sul curriculum vitae ha, ovviamente, il suo impatto e mi ha presto aperto nuove porte. Dopo due campagne vendita ho dovuto rinunciare a continuare poiché si trattava sempre di contratti a tempo determinato di qualche settimana.
Nonostante lo stipendio fosse molto buono, lavorare due mesi all’anno non basta, anche se non sarebbe stato male!
Tra una campagna vendita e l’altra sono stata contattata da ASAP, showroom multibrand di Milano, che lavora in esclusiva sul territorio nazionale, con brand molto commerciali come Dr. Martens, UGG Australia, Jeffrey Campbell, Steve Madden, solo per citarne alcuni.
Sono passata quindi dallo showroom mono-brand di lusso a quello multi-brand più commerciale. Due mondi opposti. I brand venduti da ASAP sono talmente forti e talmente distribuiti a livello internazionale da avere un ufficio che li rappresenta praticamente in ogni paese. Da Milano si gestiscono quindi le vendite solo sul territorio italiano, il che porta una tipologia di clienti completamente differente. La fascia di prezzo dei prodotti venduti è molto più bassa e tutte le venditrici avevano la possibilità di acquistare qualche paio di scarpe ogni stagione al prezzo di costo, ovvero circa il 70% in meno rispetto al prezzo a cui erano vendute in negozio!
Ovviamente non ho mai avuto così tante scarpe nel mio armadio come in quegli anni! Era un sogno diventato realtà!
In ASAP avevo finalmente una mia posizione, ero indipendente e trattavo con i clienti singolarmente. Era uno step avanti rispetto al ruolo che ricoprivo da Tom Ford e il processo di vendita era completamente diverso. Ma se prima, nell’impero Tom Ford ci si sentiva una formichina, da ASAP ci si sentiva dei robot. Nonostante la fetta di mercato con cui lavoravano fosse molto più di piccola, si trattava ancora una volta di brand estremamente conosiuti a livello mondiale e di aziende immense. Qui le campagne vendita duravano mesi, per settimane vendevamo lo stesso prodotto, ancora e ancora, ogni giorno. Al punto che imparavamo codici di 10 cifre e i prezzi di ogni singolo modello a memoria.
I primi giorni per scrivere un ordine ci voleva un’ora: bisognava sfogliare il catalogo, cercare nome e prezzo di ogni articolo. Dopo qualche settimana in cinque minuti potevamo scrivere quattro ordini per quattro diversi brand! Da un lato questa conoscenza approfondita del prodotto ti da sicurezza, ti fa sentire più preparata e a tuo agio nella vendita. Dall’altro ti fa sentire un automa.
La campagna vendite poteva durare anche tre mesi, ovvero 12 settimane. Con una media di almeno quattro o cinque appuntamenti al giorno, significa ripetere le stesse cose almeno 300 volte. Alla fine si rischiava di non saper più parlare, di sapere solo ripetere ancora ancora codici, nomi, prezzi.
Anche qui, nonostante il lavoro fosse molto diverso, il ruolo di venditrice era solo una minuscola fetta della torta. Noi vedevamo arrivare scatoloni pieni di campionari, già stati studiati e selezionanti prima; una volta che l’ordine era scritto veniva passato al brand manager che si occupava poi di trasmetterlo alla casa madre. A noi rimaneva soltanto il contatto con il cliente per fissare l’appuntamento per la collezione successiva.
Ancora una volta, tutto quello che succedeva prima e dopo il passaggio in showroom, rimaneva a noi ignoto.
Ma di sicuro resta anche che i due anni passati a lavorare per ASAP mi hanno insegnato moltissimo ed aiutata a scoprire una sfaccettattura ancora diversa di quello che è l’immenso universo della moda.