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L’era dello smart-working

psicologia della moda, show room

Due mesi dopo essere sbarcata in Francia avevo le idee abbastanza chiare, volevo restare! Mi era bastato uno sguardo all’oceano per capire che quello era il mio posto. 

Quando decisi di partire, all’inizio dell’anno, mi prefissai 6 mesi ‘sabbatici’, di viaggio on the road, esplorazione, nuove esperienze, corsi di lingua, corsi di surf e quant’altro. 

Partii a Giugno e dunque con la fine dell’anno arrivava anche la fine del budget. Da Gennaio avrei dovuto ricominciare a lavorare. Non feci neanche in tempo ad iniziare a guardarmi intorno e fare applications online che la mia ex capa, fondatrice dello showroom dove lavorai a Londra, mi chiamò.

Avevo abbandonato Londra nel 2017 ma avevo continuato a lavorare con lei per qualche anno, durante le campagne vendita, come impieghi stagionali. Nel frattempo lei aveva ceduto una parte dello showroom che aveva aperto per dedicarsi ad altro. Nel 2018, insieme ad una socia, crearono un loro brand: Borgo de Nor

Brand che si ispira a Frida Kahlo e alle fantasie surreali di Dalì, che vuole esaltare la donna e la femminilità, che propone abiti versatili e facili di indossare ma eleganti e sempre alla moda.

Pic by Brett Sayles through Pexels

Un piccolo brand, con un piccolo team, diviso in due: vendita e design. La mia ex, ed ora di nuovo attuale capa, ha sempre lavorato nella moda dal lato sales ed è quindi a capo di tutto ciò che riguarda le vendite e come il brand viene rappresentato e venduto nel mondo. 

Dopo il Covid19 il marchio ebbe una grossa ripresa e avevano quindi bisogno di allargare il team sales. Devo aver fatto qualcosa di buono finché ero a Londra perché la mia capa mi chiamó e mi propose di lavorare con lei. Mi disse che le era sempre piaciuto il mio modo di lavorare e che insieme eravamo sempre state un ottimo team. Inoltre si fidava di me e sapeva quanto sono responsabile e attenta sul lavoro. Mi chiese dove fossi e cosa facessi in quel momento della mia vita, e se per caso avessi voglia di tornare a Londra.

Io risposi che ero in Francia e che avevo intenzione di rimanerci, che avrei potuto lavorare da remoto. Mi disse anche andava bene!

Iniziò così un nuovo capitolo, un nuovo paragrafo da aggiungere al CV e al profilo Linkedin! Si trattava di una posizione ancora diversa da tutte le altre che avevo avuto fino ad allora, poiché non mi sarei occupata di vendita ma di gestire sales & operations, ovvero essere il punto di riferimento tra gli showroom che rappresentavano il brand e i clienti finali e di occuparmi anche del ‘post vendita’ ovvero spedizioni, pagamenti, riordini ecc. per cui i contatti avvengono direttamente tra cliente e brand, senza passare dagli showroom. 

Questa volta mi trovai, quindi, in un piccolo mono-brand, dove si conosce tutto il team, dove si collabora con ognuno di loro, dove si conosce tutta la catena di ideazione, creazione, vendita e produzione dell’abito. Il ciclo completo a 360 gradi. 

Penso assolutamente che sia la combinazione migliore, dove non ci sente solo una formica nel formicaio, dove non si hanno i paraocchi e si fa sempre la stessa cosa senza sapere cosa succede prima e dopo. Quello che fai è un anello fondamentale della catena, tutto il team ti conosce e conta su di te. Ti senti più importante e più realizzato. Il nome del brand forse non è stampato sui cartelloni in giro per la città e negli aeroporti, ma il lavoro é molto più appagante e si impara molto di più, anche a distanza!

Il lavoro da remoto ha dinamiche un po’ diverse, si mandano molte più mail e si fanno molte chiamate, non avendo i colleghi vicini. Ma lascia anche molte libertà che per me sono fondamentali, anche a livello quotidiano. 

Si organizzano tanti meeting e ci si incontra tramite gli schermi, ma è un meccanismo che funziona benissimo.

Dopo quasi due anni lavoro ancora con loro. I tempi sono duri, ma si fa il massimo per andare avanti! 

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