Ho iniziato a scrivere su Pretty Psycho Things proprio perché la proposta di collaborazione di Anastasia parlava della possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero, della possibilità di creare un hub creativo che mettesse al centro le persone ed il rapporto con la moda.
Questa dinamica alcune volte viene a mancare se osserviamo l’orizzonte che ci si prospetta davanti quando pensiamo di scegliere liberamente il colore di un vestito, di un accessorio o il colore del mobilio di casa.
IL COLORE CHE COMANDA
Il Pantone Color Institute (da loro stessa definizione via website – www.pantone.com- l’ente riconosciuto in tutto il mondo come la principale fonte di competenze sul colore) ha creato il programma educativo Pantone Color of the Year nel 1999 per coinvolgere la community di designer e gli appassionati dei colori in tutto il mondo in una “discussione più ampia sul colore stesso”. Si è quindi diffusa la pratica di nominare un “colore dell’anno” come tentativo di influenzare le tendenze estetiche e culturali. Sono quindi 24 anni che tutti gli anni si aspetta la fine dell’anno per definirlo sottoforma di colore, e in tutte (o quasi) le bacheche di chi si occupa di colore una citazione di tale colore sembra doverosa.
Non doveva essere, testuali parole: una “discussione piu’ ampia sul colore” ?
Dal vocabolario:
discussione
- Esame approfondito di una questione, da parte di due o più persone che espongono ciascuna le proprie vedute (al livello di conversazione o a quello di dibattito)
In realtà questa tendenza solleva interrogativi sulla genuinità dell’espressione individuale, poiché il gusto personale rischia di essere soppiantato da una scelta impostata da tendenze commerciali.
Perciò ti domando, il color of the year 2024, peach fuzz, incontra il tuo gusto, lo sceglieresti per la casa o l’abbigliamento, è uno dei tuoi colori preferiti?
LA FORZATURA DEL TREND E L’AUTENTICITÀ A RISCHIO
La saturazione di “colore dell’anno” ed in generale delle ridondanti tendenze moda impone un rischio di perdita di autenticità. Le persone più giovani, più fragili, con i gusti ancora in divenire, potrebbero sentirsi obbligate a conformarsi, sacrificando il piacere personale, ma anche ciò che oggettivamente dona loro e le fa esprimere per colori, per fisicità o stile per aderire a ciò che è considerato “alla moda,” minando così la diversità e la creatività nell’espressione individuale.
Il pensiero critico e l’osservazione oggettiva è fondamentale per uscire da questi loop.
LA PRESSIONE DELLE ETICHETTE
Sai che molto spesso mi capita di incontrare individui che sono prevenuti nei confronti della figura dell’armocromista o consulente d’immagine, proprio a causa dei condizionamenti da sovraesposizione social legati a queste dinamiche di giudizio?
Queste persone non vogliono saperne di conoscere le informazioni legate all’armonia cromatica perche’ li reputano condizionamenti al loro giudizio e, ancora peggio, sulla loro persona.
L’etichettatura di determinati colori ma anche dell’armocromia che definisce i colori posti sotto al viso come “in” donanti/amici o “out” non valorizzanti, se non letta come possibilità o atto di consapevolezza crea ansia e idea di essere giudicati.
Dall’altro lato, per alcuni altri, questa disciplina diventa uno step imperdibile dettato dai trend ed anche in questo caso il consulente d’immagine, vive di rimbalzo l’ondata moda, non riuscendo ad enunciare la reale utilità di una consulenza che deve essere spinta dalla curiosità di conoscersi a fondo, dalla necessità di assumere consapevolezza al positivo o al negativo sempre nel riguardo dell’unicità dell’individuo e non delle mode.
UN RICHIAMO ALL’UNICITÀ
È Infatti necessario capire poi come utilizzare le palette personale di colori in contesti di negozi che espongono colori moda o colori di vendita, abbinandola al proprio gusto personale ed emotivo per fare scelte consapevoli e realmente legate alla persona. Questo anche per quanto riguarda le palette adatte a sviluppare gli ambienti della casa, che devono rappresentarci totalmente per riportarci al benessere, oltre che essere utili solo alla gestione degli spazi abitativi o delle tendenze di mercato.
Per concludere, credo sia assolutamente utile conoscere i trend e la moda, ma solo per prenderne atto, per poi circondarsi di ciò che realmente ci porta il benessere e ci corrisponde, e non perché ora questo ritorno all’unicità sta diventando un trend…ahimè!
Ti aspetto per il prossimo spunto di riflessione sulle pagine di PPT!
LC
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