E giunse l’ora di TOM FORD.
Quasi non servirebbero parole per descrivere questa esperienza, il nome dice tutto!
Terminato lo stage aspettai qualche settimana, fino ai primi di Gennaio, quando la campagna vendita per la collezione AW ebbe inizio e varcai cosí la porta dello showroom di Tom Ford, in via Borgonuovo a Milano, uno sogno che diventava realtá.
Nel caso qualcuno non lo sapesse (dubito!) Tom Ford è un marchio di abbigliamento e accessori di lusso, per uomo e donna, fondato dall’omonimo Mr. Tom Ford nel 2005. Prima di lanciare il brand era stato direttore creativo di Gucci e Yves Saint Laurent. Il brand oggi si piazza allo stesso livello di marchi di alta moda come Chanel ed Hermes.
Indossata quindi la divisa e raccolti i capelli in un elegante chignon, è cominciata quest’avventura.
COSA SUCCEDE IN SHOWROOM
Ogni angolo dello showroom Tom Ford emana lusso, dai vasi di fiori freschi cambiati praticamente ogni giorno, i camerieri con giacca e guanti bianchi che girano per lo showroom offrendo caffé e biscotti di pasticceria ai buyer e la moquette perfettamente pettinata ogni sera. Per non parlare del campionario perfettamente esposto, cachemire, montone, pelle, seta, tra i migliori tessuti e la più alta qualità al mondo.
Senza dubbio lavorare per un brand come Tom Ford e avere la fortuna di poterlo inserire come esperienza nel proprio CV è un valore che non ha scadenza.
E quando hai 25 anni e sei alle prime esperienze lavorative non credi ai tuoi occhi, ti sembra di varcare le porte del paradiso.
Ma riguardando indietro oggi mi rendo conto di come, quando si lavora in grosse aziende come questa, siamo solo piccole formiche lavoratrici. Le grosse aziende sono degli imperi, la filiera e la catena di produzione hanno cosí tanti step che è impossibile elencarli tutti.
Lo showroom di Milano rappresenta, quindi, solo una piccola fase di quella che è la vita di una collezione.
In showroom si vende, si incontrano i buyer e si discute di budget. Le giornate girano intorno agli appuntamenti, si mostra la collezione, i modelli sfilano per le diverse stanze mostrando quanto sono belli mentre indossano quei capi e si cerca di vendere il più possibile. È un ambiente dinamico e molto interessante, si incontrano persone che arrivano da tutto il mondo solo per vedere ed acquistare quella collezione, si parlano diverse lingue. Si viene immediatamente colpiti dallo sfarzo, dal lusso, dalla ricchezza.
L’ALTRA FACCIA DELLO SHOWROOM?
Ma allo stesso tempo si vive dentro una bolla. Quando le aziende sono cosí grosse e si lavora solo in una piccola parte di esse, ci viene detto che lavoro svolgere e va svolto senza fare troppo domande. Il campionario viene consegnato in showroom, ci rimane per qualche settimana durante la quale deve essere venduto e poi riparte. Non è dato sapere cosa succede prima e dopo. Non si ha idea della quantità di lavoro, di tempo e di persone che ci sono dietro la creazione di una collezione, di quanti mesi ci sono voluti per far si che quel campionario diventasse perfetto e venisse poi consegnato tra quelle mura nel quartiere di Brera. E si sa ancora meno di quello che succede dopo, una volta chiusi gli scatoloni e spedita indietro la collezione.
Si sa solo che come per magia, dopo qualche mese, quegli stessi capi appariranno nelle vetrine dei negozi che li hanno acquistati. Ci viene dato un compito, delle responsabilità, a volte anche dei team di persone da seguire, ma è tutto limitato ad una sola minuscola fase di quella che è l’incredibile industria della moda.
Bisogna affogare la curiositá e concentrarsi sul presente.
Sarò sempre grata per questa esperienza che mi ha aperto sicuramente molte porte ma oggi, con più anni di esperienza alle spalle e avendo avuto la fortuna di sperimentare diversi lavori in diversi ambiti del settore moda, so per certo che lavorare per un grande brand di haute couture fa sentire piccoli.
In realtà più piccola una realtà è più si ha la possibilità di conoscere e comprendere l’intero ciclo delle collezioni e dei prodotti, dal design di un modello alla consegna dell’ordine in negozio.
Trovo che sia molto più interessante e stimolante e, soprattutto, non si ha mai la sensazione di essere solo piccole formiche che vanno avanti e indietro nel formicaio. Le piccole aziende hanno solitamente piccoli team ed ogni membro svolge un ruolo essenziale.
Dopo qualche mese la campagna vendita finisce, i famosi scatoloni vengono chiusi e spediti indietro, il contratto a tempo determinato scade e le porte del paradiso si chiudono dietro le tue spalle.